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Pensieri all’alba – racconto breve

Mi avvicino alla finestra ch’è ancora buio. Sorseggio un caffè lungo e mi godo il silenzio che precede il giorno. Alzarsi a quest’ora ha il senso misterioso della comprensione di cose che dopo avranno un posto inatteso fra i pensieri. Verranno accantonate per lasciare spazio a ciò che sembra prioritario. A quest’ora, invece, una donna che sorseggia un caffè caldo dietro una finestra ha il potere di decifrare codici segreti. Quello del sorriso accennato nel sonno da suo figlio, ad esempio. Se i bambini ridono di niente anche mentre dormono sono abbastanza sereni da sognare, placidi, anche in questo tempo così strano e sospeso. Allora, mi dico, se mio figlio stanotte ha sorriso per un sogno o per un ricordo affiorato nella notte, forse si sente ancora al sicuro, nonostante tutto.
Fra un sorso e l’altro è quasi giorno e la domanda che ha preso il posto della precedente rassicurazione riguarda il dopo. Cosa accadrà? Come spiegherò la prudenza al mio folletto che ride nel sonno? E cosa gli racconterò fra qualche anno quando mi chiederà di questo tempo, magari per una ricerca da fare per la scuola?
Altra domanda pronta a mozzare i respiri. Accade anche alle altre madri di desiderare d’avere di nuovo il ventre accogliente per tenerli di nuovo al riparo?
La luce ormai si è fatta largo fra i tetti. Il caffè è finito. Oggi reciteremo filastrocche e impasteremo insieme il pane. Lui, il mio gnomo sorridente, sarà cresciuto ancora un altro po’, e forse io avrò qualche risposta da decifrare domattina all’alba.

Giusi D.

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