Born To Be Online

Non guardo più la TV.

Ho smesso di guardare la tv ormai da tempo, limitandomi alla visione di qualche film, raramente interessante. In questi due mesi, tuttavia, ho dovuto farlo: ho riacceso l’apparecchio per mantenermi aggiornata, informata, soprattutto. Pian piano mi sono resa conto che la vecchia scatola mi stava influenzando, stava lentamente manipolando le mie emozioni; come ieri, quando qualcuno ha tirato fuori la notizia che, forse, il fumo tiene lontano il virus. Da fumatrice, per un attimo, ho pensato sta’ a vedere che, per una volta, da questo brutto vizio posso tirarne fuori qualcosa di buono. Poi mi son fermata, schiaffeggiandomi la fronte e imponendo a me stessa di non cedere alla tentazione di credere ad una notizia non confermata eppure gettata in pasto alla popolazione, senza riflettere sulle conseguenze; o come quando, ieri sera, al TG delle 20 il titolo allarmante Cina in allerta mi ha fatto salire le palpitazioni a mille, per poi capire che quei furboni a mezzo busto intendevano dire che La Cina resta in allerta, ovvero applica misure di sicurezza per tenere sotto controllo la situazione. Beh, c’è una bella differenza tra le due espressioni, non trovate? A ciò si aggiunge che, se scorri rapidamente i canali, non si riesce a trovare una notizia, un dato che siano uguali a sé stessi. Allora, sorge in me una spontanea domanda: cos’è l’informazione? Quando, in Italia, abbiamo smesso di scindere la verità dall’opinione? Quando, soprattutto, l’opinione senza filtro ha iniziato ad invadere le nostre case, al punto da soppiantare del tutto l’evidenza? Qualcuno mi direbbe che la colpa è dei social network. Eh, no. Quelli sicuramente sono colpevoli della diffusione delle notizie più disparate, ma la fetta di responsabilità più grossa chi ce l’ha se non quel giornalista che dovrebbe rispondere alle 5 W, che pure i bambini conoscono, e che invece la spara più o meno grossa in base a quello che gli viene imposto di fare?
Alla fine ho cambiato canale. Per fortuna, su Sky Atlantic ci sono quei gran fighi di Patrick Dempsey e Alessandro Borghi; almeno ci rifacciamo gli occhi.

Francesca

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