TUTTO CAPITA D’IMPROVVISO
La rubrica del Martedì
Un’opportunità di crescita: riflettere sull’importanza della scelta, sulla fragilità umana e sul diritto per ognuno di avere una possibilità di riscatto e “resurrezione”
L’esperienza di Lucia Andriolo
Questa che vi voglio raccontare e un’ esperienza specialissima che ho vissuto con una mia quarta del liceo delle Scienze umane di una famosa città del Nord.
Sono andata con i miei ragazzi e un bravissimo collega a Sessa Aurunca ( CaseRta ) per fare una esperienza di vita comunitaria in una cooperativa sociale in territori confiscati alla camorra. E anche per fare “educazione civica ” attraverso varie testimonianze di cui parlerò.
Quello che mi ha colpito è stata la bravura dei ragazzi, pur preparati, a capire subito il clima della cooperativa.
Si sono al volo sintonizzati e resi partecipi a raccogliere verdure nei campi, a fare marmellate o cucinare gustosi pranzetti. Memorabile la focaccia all’olio che ci accompagnava nelle 24 ore. Si preparava la tavola tutti assieme e assieme si rigovernava. Insomma, vita comunitaria tra noi, assistenti e assistiti e cioè persone con un passato di droga o con fragilità psichica…
Lavorando a contatto di gomito, ci siamo scambiati esperienze, massime di vita riflessioni, sorrisi e anche risate, complice il clima mite e l’aria aperta. Non mi era mai capitato in diversi lustri di scuola di vedere gli studenti così rilassati sorridenti, felici dei tanti stimoli e degli incontri umani con persone un po’ diverse da loro ma in quei momenti così uguali.
Ci sono poi stati momenti forti, prima di tutto con il presidente della cooperativa che ci ha parlato della storia della camorra e della nascita della cooperativa.
Un ex camorrista ci ha dato una sua testimonianza di vita molto forte : lui, a differenza de fratelli, entrò nel giro della camorra e dei suoi gironi infernali, da cui però era riuscito ad uscire.
Abbiamo poi parlato con lo psicologo e con un collega filosofo che a 15 prese la via della lotta alla camorra, distanziandisi così dalla propria famiglia. Così i ragazzi hanno avuto modo di riflettere sull’importanza della scelta, sulla fragilità umana e sul diritto per ognuno di avere una possibilità di riscatto e “resurrezione”.
Hanno conosciuto persone che hanno saputo riconvertirsi e ricostruirsi o che per lo meno si stanno impegnando in questo.
LezIoni importantissime, queste, in un mondo disumano che ci vuole perfetti, infallibili e che non perdona neppure una debolezza.
Ho sentito, prima ancora che capito, che i ragazzi sono stati fortemente coinvolti dall’atmosfera che era di vera autenticità, essenzialità, di calore umano.
Ho scommesso sui ragazzi e la loro capacità di adattamento.
Ho scommesso sulla cooperativa e sua capacità di accoglienza. Ho scommesso su me e collega Luca, non giovani ma curiosi e avventurosi.
E credo di aver vinto la scommessa.
Spero e son convinta che una lezione di umanità, l’abbiamo ricevuta tutti.