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…Una Sedia…

… Una sedia …

Certo… che se, andassimo nei castelli, nelle case antiche,  disabitate, dove sono state presenti  o nei mercatini, dove le abbiamo portate a reinventarsi una nuova vita …

e ci fermassimo un’istante ad ascoltare  il loro  bisbiglio sussurrato silenziosamente,  ci   parlerebbero di loro, raccontandoci un sacco di storie delle loro vite precedenti …

Che siano di una forma, di una firma, di un colore, di un materiale piuttosto che di un altro, ci accompagnano in queste vite e in quelle future…

Una sedia, puoi vederla come parte di arredo, classica, moderna, di un colore freddo, caldo, grigia, trasparente ,vivace, storica vintage, di materiale prezioso, povero, forte, duro, flessibile, pieghevole; ricoperta o  morbida…

A seconda delle nostre necessità ed esigenze!

Una sedia lavorata, scolpita …

Di paglia, sono le mie preferite, mi danno calore ed emozione…

Sembra quasi, sentire i pensieri di chi le ha intrecciate…

Lavorata, intrecciata con corda e paglia …

La paglia palustre, che profuma di fieno e di mare,  di foglie di laguna, di pannocchia,  di corda o di paglia di Vienna, le più preziose ,lavorate dal giunco.

Ne ho voluta prendere una per la scrivania quando mi sono sposata.

Ricordo anche le sedie di paglia, fatte a mano minuziosamente dagli artigiani del posto acquistate per la nostra prima cucina, che emozione!

Alle sedie di paglia, dove si sedevano i nonni, che erano a capotavola  nelle grandi famiglie.

Erano fatte appositamente per loro, ed erano sempre  più grandi delle altre, quasi a sembrare  un trono e guai a sedersi noi bambini…

Mi ricorda il nonno… Austero…come fosse il Re…

Invece la nonna, dolce, dondolava nella sua sedia a dondolo.

Seduta in quella sedia, cuciva, rammendava, lavorava a ferri e dopo il pisolino estivo, ci radunava come una chioccia, con il suoi pulcini e sempre dondolandosi, accompagnata dalle note musicali dello scricchiolio del legno, ci raccontava favole e filastrocche nonchè indovinelli…

Ricordo anche le estati dagli zii, dove andavamo in trattoria “allora chiamate osterie”, dove tavoli di legno piccoli e spessi erano circondati da sedie impagliate di legno pesantissimo.

Ci si radunava con parenti ed amici mangiando  formagella  salata,  salame e pane biscotto cotto a legna, con un buon bicchiere di vino rosso. Noi bambini aranciata o limonata…

Un lusso… quanti ricordi!

Ora, invece, pensiamo ad una sedia  di uno scrittoio,  chissà quante lettere all’amata o importanti scritti d’affari o di quanti manoscritti di scrittori!

Sedie per studiare, per riposarsi,  per mangiare, per  radunarsi in famiglia per fare festa,  per ascoltare la messa della domenica e scambiarsi il segno di pace.

Una sedia per chiacchierare, per pensare o guardare l’orizzonte infinito, per  ispirarci o per  aspettare la persona amata  e sognare ad occhi aperti…

Una sedia per ballare, stupire, recitare un monologo in teatro.

Anche se non vorremmo…

Una sedia di ospedale dura e scomoda, mentre facciamo compagnia … una sedia in una sala d’aspetto di un ambulatorio, una sedia per fare compagnia ad un anziano.

Una sedia per un concerto o in mezzo alla folla di uno stadio rumoroso o una piccola pieghevole, per pescare, ascoltando l’acqua di un ruscello…

Una sedia sdraio per ammirare e ascoltare il mare…

Tante, tantissime sedie per ritrovarci Ora…

Possono essere antiche, moderne, brutte, belle, di designer, di varia forma…

Quello che conta è l’uso che vogliamo farne.

Ci accompagnano, ci aiutano a stare in compagnia a  conviviare.

 

Da quelle più  piccole che ci regalano a quelle più grandi,  di tutti i giorni…

Ed a quelle della vecchiaia… che ci aiutano a guardare fuori dalla finestra… ad aspettare …

Qualcuno che  si sieda  vicino sempre insieme a noi!

 

Dolores

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