Per la rubrica Infrangere divieti: vita, arte, coraggio, protagonista odierna è Rosalia Montmasson: unica donna a partire con i Mille da Quarto per “fare l’Italia unita”
L’approfondimento di questo volto femminile è di Annamaria Longhin che ormai conosciamo come studiosa indagatrice di figure storiche femminili.
Possiamo accompagnare la lettura della prima parte del testo di Annamaria Longhin, attraverso l’avvolgente e coinvolgente voce di Franca Palmieri al link:
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Una donna tra i Mille: Rosalia Montmasson
Tra i volti di donne che spesero la loro vita per la causa risorgimentale, troppo spesso si dimentica una giovane donna originaria della Savoia: Rose Montmasson, «l’eroina Rusalia» come ben la definiva il poeta popolare Carmelo Piola. Nata il 12 gennaio 1823 da famiglia modesta, Rose, o meglio Rosalia, è subito avviata ai lavori nei campi e a una vita di sacrificio. Dotata di viva intelligenza e di un carattere deciso, a quindici anni lascia il suo paese natio e con l’atto notarile del «libre consentement» si emancipa dalla podestà del padre e conquista il diritto di sposare la persona da lei scelta. Partita per Marsiglia, dove inizia a lavorare come stiratrice, incontra per la prima volta il giovane avvocato repubblicano Francesco Crispi, rinchiuso nelle carceri del luogo come cospiratore. Ma è a Torino che i due si conoscono meglio, mentre Crispi è in esilio nelle prigioni di Palazzo Madama; ne nascerà un legame profondo che porterà ad un matrimonio che per Rosalia durerà per tutta la vita.
Appassionatasi alla causa nazionale, Rosalia sosterrà Francesco Crispi economicamente e moralmente, diventando corriere ed emissaria di messaggi: tra i pacchi di biancheria, che continua a lavare e stirare, nasconde missive patriottiche, con un coraggio e un ardore che lo scrittore patriota Giacomo Oddo la definirà «fiera savoiarda… dall’anima vivace, anzi di fuoco, dalla parola pronta, dall’animo schietto, nata alla libertà e all’indipendenza».
Nel 1853 Francesco Crispi viene coinvolto in una delle numerose operazioni di controllo e perquisizione da parte della polizia del Regno di Sardegna, condannato ed espulso a Malta, viene raggiunto da Rose solo qualche tempo dopo. Nell’isola, Rosalia viene a contatto con molti esuli italiani, partecipa alle loro riunioni dove si parla di democrazia, libertà e unità d’Italia, ideali che ben vengono evidenziati nel giornale politico «La Staffetta» fondato dal marito e che causano però un decreto d’espulsione da Malta. I coniugi si ritroveranno a Londra dove entreranno in contatto con molti mazziniani tra cui il patriota Nicola Fabrizi. Per Rosalia è un intenso periodo di collaborazione a molte missive segrete per servire la causa patriottica che prosegue anche durante la permanenza a Parigi dove i coniugi Crispi arrivano nel gennaio del 1856. Negli anni successivi, i tempi sembrano maturi per un’insurrezione siciliana e nella primavera del 1860, a bordo di un vapore postale, Rosalia viene inviata a Messina con l’incarico di informare i liberali della città dell’arrivo dei rivoluzionari Rosolino Pilo e Giovanni Corrao e facilitare loro lo sbarco in Sicilia; si dirige quindi a Malta per informare i rifugiati italiani della prossima spedizione, infine arriva a Genova, città che si prepara alla leggendaria spedizione dei Mille.
Parte da Quarto con i Mille la sera del 5 maggio ed è l’unica donna, anche se in Sicilia ne incontrerà molte altre, accorse per la causa. Indossa orgogliosamente pantaloni e camicia rossa, intende avere lo stesso ruolo di tutti gli altri garibaldini ed è fiera di aver persuaso il “Grande Generale”, Giuseppe Garibaldi, a farla partecipare alla spedizione, nonostante le perplessità del marito. Ha consapevolezza di essere una donna: anche le donne popolano la patria e intende rappresentarle. Molte sono infatti le donne che in varie forme, dalla scrittura all’azione, hanno esaltato e continuano ad esaltare l’indipendenza e sono disposte a mettere in gioco la propria vita per la difesa e la liberazione dallo straniero. Perché le donne italiane non avrebbero potuto emanciparsi e contribuire alla liberazione dell’Italia? – questa la domanda che riassume il pensiero di tutte quelle donne che partecipano alla causa risorgimentale sostenendo la divulgazione delle idee, distribuendo clandestinamente stampati e opuscoli, dando asilo ad esuli e fuggiaschi, assistendo i feriti – aspetto quest’ultimo che ne ribadisce il tradizionale compito femminile della cura, ma ne esalta il valore nazional-patriottico – assumendo ruoli “meno canonici” come quelli di impugnare le armi o mantenere in piedi le reti cospirative. Rosalia si distingue per i suoi atti di eroismo e in Sicilia non esita ad imbracciare le armi come la stessa Antonia Masanello, né a soccorrere i feriti sotto il fuoco nemico – come Jessie White, scrittrice e giornalista inglese, compagna del garibaldino Alberto Mario – tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Angelo di Calatafimi”.
Decisa e coraggiosa, sostiene il marito durante tutto il percorso di lotta e lungo il corso della sua carriera di politico che lo porterà a diventare deputato. Lo segue nelle diverse capitali del Regno: Torino, Firenze, Roma, ma la situazione comincia ad acquisire risvolti diversi da quelli agognati. L’Unità italiana vede il sistema sociale rientrare nei ruoli secolari: gli uomini protagonisti della scena politica, le donne madri-educatrici, angeli del focolare, insegnanti e filantrope, lontane dai luoghi di potere, presenti nel processo di costruzione di un’identità nazionale.
Non può stupire la delusione di Rosalia Montmasson, donna militante che aveva messo a rischio la propria esistenza per costruire un’Italia migliore, che, come molte altre donne, vede rimarcare nelle istituzioni e nella società postunitarie un modello di disparità tra uomo e donna. A questa delusione si aggiunge l’abbandono del marito Francesco Crispi, già vedovo e con alle spalle una relazione con Felicita Vella, dalla quale era nato un figlio. Quando, nel 1878, Francesco Crispi la abbandona e sposa segretamente la giovane leccese Lina Barbagallo, figlia di un procuratore generale della Corte d’Appello dell’ex Regno borbonico, che lo aveva reso padre di una bambina, per lei è un affronto, tanto più nel momento in cui Crispi considera il loro matrimonio non valido. Lo scandalo è inevitabile: la stampa accusa Crispi di bigamia, ma Crispi è un uomo potente e il tutto si risolve in un’assoluzione. Sarà eletto nuovamente presidente del consiglio per ben quattro volte, dal 1887 al 1896 e i suoi ideali saranno sempre più lontani da quelli mazziniani a cui Rosalia era rimasta orgogliosamente fedele. Umiliata per essere stata trattata in quel modo, trascorrerà la sua esistenza in condizioni modeste, fiera però di aver servito la Patria e di aver ricevuto due riconoscimenti: la medaglia dei Mille e la croce di diamanti regalatale da alcuni dei Mille – “perché io ero con loro”, dirà.
Sepolta con la camicia rossa e con una cerimonia laica, secondo le sue disposizioni, riposa al cimitero monumentale del Verano a Roma dove una lapide ricorda: «Rosalia Montmasson Crispi, nata a Saint-Jorioz il 12 gennaio 1823 morta a Roma il 10 novembre 1904. Prima moglie di Francesco Crispi, con lui cospirò per l’unità della patria, con lui prese parte alla leggendaria spedizione dei Mille, unica donna nella legione immortale ne divenne l’eroina. Godette la fiducia di Mazzini e d’amicizia di Garibaldi. Esempio alle donne italiane, di maschie virtù patriottiche e di gentili virtù domestiche».
Breve bibliografia e sitografia
R. Composto, Una donna tra i Mille, Licorno/Novecento, Palermo, 1989.
C. Galimberti, Mille e una…Rosalie Montmasson, in AA.VV., Donne del Risorgimento, Il Mulino, Bologna, 2011, pp. 180-187.
G. Oddo, I Mille di Marsala. Scene rivoluzionarie, G. Scorza Di Nicola, Milano, 1863, p. 252 e passim.
A. Pavia, Indice completo dei Mille sbarcati a Marsala condotti dal prode Generale Giuseppe Garibaldi, Stabilimento degli artisti tipografi, Genova, 1867.
M. Pizzo, Rosalia Montmasson tra i Mille di Garibaldi e le donne del Risorgimento, Gaspari Editore, 2024.
Sui movimenti femminili nei primi decenni postunitari, si consultino, tra gli altri, gli scritti di Anna Maria Mozzoni e i saggi di Franca Pieroni Bortolotti, di Annarita Buttafuoco, di Simonetta Soldani ecc.
https://www.enciclopediadelledonne.it/edd.nsf/biografie/rose-montmasson
https://www.sovraintendenzaroma.it/content/tomba-di-rosalia-monmasson-crispi