Un uomo, due anime, il medico e lo scrittore
TARCISIO BERTOLI
Di Elisanna Pegoraro
Vale la pena davvero di leggere questo ricordo di Elisanna Pecoraro, uscito, lo scorso agosto, nella prestigiosa rivista padovana di storia, arte e cultura “Padova e il suo territorio”, diretta da Giorgio Ronconi e Mirco Zago.
L’autrice traccia le coordinate del pensiero e dell’anima dell’uomo Tarcisio Bertoli, ce ne fa scoprire la dimensione di medico, di scrittore elegiaco; uomo di spessore culturale, che sapeva accostarsi ai grandi della letteratura italiana con profonda umiltà.
TARCISIO BERTOLI
MEDICO E SCRITTORE Il 19 settembre 2024 saranno trascorsi già 20 anni dalla scomparsa del medico-scrittore Tarcisio Berto li, nato a Maserà il 7 agosto 1917. Chi l’ha conosciuto sa che in lui coesistevano le due anime di medico e di scrittore, che si armonizzavano perfettamente nella professione e nella attività letteraria. Amava moltissimo la Letteratura e infatti avrebbe voluto laurearsi in Lettere, ma in seguito alla morte del fratello Antonio, studente di Medicina, e dopo un sogno premonitore, decise di seguire le stesse orme e scelse gli studi di Medicina. Erano gli anni in cui i medici di famiglia si dedicavano totalmente ai pazienti, entrando nelle loro vite e diventando per loro veri e propri punti di riferimento. Bertoli si dedicò anima e corpo a loro, non trascurando mai, però, la sua vocazione letteraria e ritagliandosi sempre momenti, come amava dire, da “trascorrere a tavolino”, scrivendo romanzi che scaturivano dalle sue esperienze quotidiane. Ogni persona che entrava a fare parte della sua vita finiva sempre per trovare un posto e un ruolo nei suoi racconti, e di ognuno sapeva fare emergere il carattere e la personalità, mettendo in risalto gli aspetti più profondi, senza mai giudicare nessuno. Ha scritto numerosi volumi, alcuni autobiografici, come “Ombre all’alba”, “Paese” e altri racconti, come “Grande casa”, nei quali ripercorreva gli anni dell’infanzia e della prima giovinezza; poi altri due di carattere storico, con particolare riguardo alle vicende del Veneto. Inoltre ci ha lasciato importanti trilogie, come quella delle Armate, coi romanzi “L’armata contadina”, “L’armata in camicia nera”, “L’armata disfatta”; quella “dell’Amore”, rappresentata dai romanzi: “Fuga a Interlaken”; “Il medico senza laurea”; “Elena”; “La terra, dello Spirito”, aperta col romanzo “La santa” e poi “Dal colle dei meli al poggio dei mandorli”, rimasta incompleta). Nella sua lunga vita ha conosciuto i “grandi” del panorama culturale del Novecento, in modo particolare era lusingato della stima e dell’amicizia di Carlo Bo, di Geno Pampaloni, di Giorgio Saviane e di Mario Luzi, il grande poeta con cui si sentiva in profonda sintonia e che spesso andava a trovare nella sua casa di Firenze e nel ‘rifugio’ estivo di Pienza. È molto bello il racconto “I due saggi”, pubblicato nella raccolta “Il pane costa caro” (ed. Atlas), rivolto alle scuole, in cui rievoca l’incontro, da lui organizzato, a distanza di tanti anni, tra Pampaloni e Luzi, due figure di straordinaria umanità e grandezza morale che, grazie a Tarcisio, ebbero modo di ritrovarsi alla fine della vita in un colloquio fatto più di silenzi che di parole, in cui poterono dirsi con la potenza degli sguardi e il silenzio tutto ciò che era presente nel loro cuore. Un racconto (vero) bellissimo, a cui Bertoli assistette con religioso silenzio e definendosi ‘intruso’, lui che era stato l’artefice di quell’ incontro. L’ultima opera edita di Bertoli (ne esistono parecchie altre inedite) è stata “La passione dell’Uomo” (meditazione sul Vangelo di Matteo), che Mario Luzi ha definito “un Breviario”, e che Marco Galbusera considera un “libro che si trasforma in preghiera: una preghiera non di imprecazione o supplica, ma di soddisfatta e preziosa riconoscenza al Dio che si è fatto creatura, in un supremo atto di Amore”. È l’opera finale di Tarcisio Bertoli, quella a cui si sentiva più legato, anche perché è l’espressione piena della sua forte fede religiosa, e che possiamo, a ragione, considerare il suo testamento spirituale.