TURISMO A TUTTI I COSTI
Di A.R.
Breve introduzione di Marina Agostinacchio
La notizia di qualche tempo fa, mai come in questo periodo di programmazione di vacanze natalizie calza alla perfezione.
Racconto
Eh… sì… Se abbiamo pensato a qualche giorno di “vacanza a tutti i costi”, forse sarebbe meglio verificare le nostre autentiche intenzioni.
La narrazione di A.R. ci guida a riflettere su una tendenza dei tempi a fare scelte a volte in nome delle mode!
Ore 20:00.
Come ogni sera il Tg.: le notizie di politica, di cronaca, di economia, di cultura, relative alla pandemia…si susseguono.
All’improvviso la voce del giornalista cambia tono attirando l’attenzione su un evento sensazionale: William Shatner, meglio conosciuto come il Capitano Kirk nella saga classica di Star Trek è riuscito a coronare il suo sogno: andare nello spazio! Questo è stato possibile grazie alla società di turismo spaziale Blue Origin fondata da Jeff Bezos e suo fratello Mark; il volo del 13 ottobre della durata totale di 10 intensi minuti è il terzo della compagnia.
William Shartner con i suoi 90 anni è la persona più anziana ad aver intrapreso finora un viaggio nello spazio e prima di entrare nella navicella dichiara: “Siamo appena all’inizio, ma questo inizio è miracoloso“.
La mia mente in maniera imprevedibile e nella stessa modalità del marchingegno Ammazzaerrori del professor Grammaticus ( conosciuto dagli amanti lettori di Gianni Rodari ) sembra impazzire e, dando colpi a destra e a manca, si perde in una valanga di domande intrecciando sensazioni più svariate che vanno dallo stupore alla meraviglia e allo sconcerto.
Cerco di fare un po’ di ordine e di analizzare più freddamente il messaggio chiedendomi cosa c’è di tanto strano in una notizia del genere, visto che il desiderio di fare esperienze diverse e di scoprire nuovi mondi è insito nell’Uomo da sempre.
Ripercorro molto velocemente e a grandi passi come in una macchina del Tempo i secoli e mi accorgo di quanto fosse lontano e differente lo spirito e l’intento dei navigatori del ‘400 e del ‘500 (volti alla scoperta anche loro di nuovi mondi), dei protagonisti delle rispettive Rivoluzioni industriali o della Guerra Fredda lanciatisi in imprese per allora considerate impossibili.
Le scoperte geografiche, le innovazioni tecnologiche, l’esplorazione spaziale hanno portato a grandi trasformazioni e a conquiste di notevole rilevanza per la società e nel mondo e, nonostante le motivazioni e gli scopi più o meno discutibili, non si può non riconoscere il fatto che hanno caratterizzato l’ epoca moderna e contemporanea lasciando alle future generazioni una considerevole eredità.
Ma come allora, anche oggi si sa che è “ l’argent qui fait la guerre” e dietro a tutti questi avvenimenti scorrono fiumi di denaro. E tanto denaro viene speso per far provare l’ebbrezza da sogno ad un “povero miliardario” incapace nel 2021 di stupirsi e di emozionarsi!
Denaro che sarebbe stato più utile dirottare diversamente se solo se si allungasse lo sguardo non nello spazio oltre i confini terrestri, ma verso gli altri continenti.
Potrebbero ugualmente ancora godere di tanto brivido??
Secondo Save the children oggi 144 milioni di bambini (circa il 21% del totale ) sotto i 5 anni in Asia e in Africa sono colpiti dalla malnutrizione cronica, aggravata dalla crisi sanitaria dovuta al COVID-19 esasperando la situazione di famiglie già stremate dalla povertà, dai conflitti e dai mutamenti climatici.
Le immagini che hanno fatto il giro del mondo di Aylan, un fagottino dai calzoncini blu e una maglietta rossa morto sulla spiaggia o la foto simbolo del dramma siriano che immortala un bambino di 5 anni, senza arti, in braccio al padre mutilato di una gamba (tanto per citare qualche esempio) non possono rimanere scolpite negli occhi e restare tali suscitando solo pietà e orrore in noi che viviamo “sicuri”.
Devono andare oltre, devono scuotere le coscienze e concretizzare le belle parole trasformandole in atti sostanziali per cambiare una volta per tutte un mondo che gira ormai in un senso sbagliato.
Chi ha il potere, ha l’obbligo di non voltarsi dall’altra parte ed è necessario rispondere fattivamente alle richieste che da ogni parte giungono per salvare gli uomini e il nostro stesso pianeta.
Il grido ormai è diventato assordante, non si può non udirlo e far finta di nulla.
Un viaggio frutto di un capriccio quante vite umane potrebbe salvare? Quanto inquinamento produce?
Quesito quest’ultimo per nulla trascurabile alla luce dei recenti avvenimenti che vedono una ragazzina, Greta Thunberg, rimproverare i grandi della Terra per i loro “ bla bla…”, per le false promesse e per la mancata attuazione di provvedimenti che potrebbero rivelarsi tardivi e con conseguenze irreparabili!
La maggior parte delle persone ormai ritiene che non ci sia più tempo e che siamo arrivati all’ultima chiamata per cercare di porre rimedio e per curare il nostro Pianeta malato da tempo. Ci si sarebbe auspicati che tra il G20 di Roma e la conferenza di Glasgow si potesse giungere ad un accordo per ridurre il riscaldamento globale, limitando così i rischi dei cambiamenti climatici, non ultimo l’estinzione anche degli essere viventi come è accaduto ai dinosauri circa 65 milioni di anni fa.
Persino una voce autorevole come quella del principe William si è alzata contro i viaggi ai confini dello spazio e tacitamente contro i miliardari (finora 3), che bramano un turismo ad ogni costo anziché adoperarsi a salvare la Terra -unica nostra dimora – assecondando il desiderio egoistico di un Turismo diverso e più appagante di quello che (secondo loro) potrebbe offrire la nostra bella madre Terra.
Gli occhi, in realtà, si possono emozionare molto di più se ci fermassimo ad osservare i miracoli della natura maggiormente a portata di mano come un tramonto, una rosa che sboccia, un bosco con i colori dell’Autunno e, soprattutto, si scalderebbe il cuore avendo la consapevolezza che un viaggio in meno nello spazio potrebbe salvare dei bambini e ridimensionare l’inquinamento.
In Italia il turismo un tempo era riservato a pochi eletti; negli anni ’50 e nel dopoguerra era quello delle gite fuori porta sulle Lambrette e per i più fortunati con la Seicento, mezzi che facevano sentire” un re” l’italiano medio.
Significativo il film “Vacanze intelligenti” interpretato da Alberto Sordi in cui Remo Proietti e la moglie “buzzicona” non rinunciano alla loro vacanza nazionalpopolare, ma su consiglio dei figli ormai istruiti associano un turismo cosiddetto culturale andando in giro per musei.
La scena clou è quando la moglie si addormenta su una sedia alla Biennale di Venezia e viene scambiata per una installazione d’arte contemporanea dagli altri visitatori.
Segno che i tempi stavano cambiando e la stessa tipologia delle vacanze aveva imboccato la strada della cultura e non solo quella del relax rendendola per allora un’eccezione, mentre oggi (nonostante i divari ancora esistenti) sta diventando una regola. Miliardari esclusi…naturalmente!