Specchio delle mie brame La prigione della bellezza
Introduzione di Marina Agostinacchio
La cura eccessiva della bellezza, già dallo scorso secolo, è diventata una questione di senso esistenziale, ma allo stesso tempo è diventata una gabbia che costringe la donna a sottoporsi a qualsiasi tipo di restrizione. “Ascoltarsi”, liberare il corpo dai condizionamenti, sembra quasi un’utopia.
Bisognerebbe ripensare la bellezza oltre ogni canone estetico imposto. Ripensare la bellezza all’interno di sé, lasciarla “fiorire”, cogliendone gli aspetti di vera autenticità.
Di Maura Gancitano
“Qui sta il punto: l’idea di bellezza ha subito con la società borghese uno spostamento di significato, da enigma a modello standardizzato che colonizza il tempo e i pensieri delle donne, facendole spesso sentire inadeguate. Il risultato è che viviamo in un tempo in cui le persone potrebbero essere finalmente libere, ma in cui, al contrario, ha valore e dignità solo ciò che risponde a determinati parametri. Ripensare la bellezza al di là dell’indottrinamento e del consumo significa coglierla come percorso di fioritura personale, lontano da qualunque tipo di condizionamento esterno. In questo libro Maura Gancitano racconta la storia di un mito antico quanto il mondo e ci fa vedere come le scoperte della filosofia, dell’antropologia, della psicologia sociale e della scienza dei dati possano distruggere un’illusione che ci impedisce ancora di ascoltare e seguire i nostri autentici desideri e di vivere liberamente i nostri corpi”.