Ritrovare sé stesse nei pensieri di Anna
Di Anna Ricci
Introduzione di Marina Agostinacchio
Leggendo questi scritti di Anna, mi sono guardata come riflessa in un’acqua dove l’immagine appare a tratti, in frammenti di vita che hanno lambito esperienze comuni, se anche non identiche.
Anna non è certo la Emily volutamente rinchiusa nella sua stanza. Anna vive e cammina tra la gente, intesse la vita di altri fili, ci dona i suoi pensieri sussurrati, perché possiamo dire anche noi la nostra, condividere, camminarle parallele. Non ci parla di cose straordinarie, roboanti, superbe.
Ed è proprio in questo mettere a nudo sé stessa, con verità, che posiamo riemergere anche noi in una coralità di attesa, speranza, ricordo, disincanto.
La malinconia della partenza ha un sapore antico:
è sempre quello dall’atmosfera strana e sensazioni indicibili.
Sguardi e sorrisi forzati verso un futuro sfumato ai nostri occhi.
Luce soffusa
Alone impreciso che avvolge le nostre vite.
Quella di tutti che come pessimi attori recitano il gioco delle parti.
Ti guardo andar via ora come un tempo.
Come l’Altro…come tanti….
Le nostre mani mollano lievemente la presa, le dita si snodano incapaci di pensare.
La mente offuscata cerca raggi di sole, di speranza per continuare a camminare in questo sentiero che nessuno sa dove ci porterà.
E mi chiudo nel mio mondo
dove ci sono solo io…
È un bel posto…
Un giardino fiorito
Una musica dolce accompagna i miei pensieri.
Ed io mi lascio cullare
e dondolando chiudo gli occhi e vedo una spiaggia infinita
l’azzurro del mare …
Come i grani di un rosario
i giorni vanno sgretolandosi
uno ad uno
e alla fine di un monotono
ripetersi di frasi
di palpiti non detti
sei già lì davanti alla fermata..
Finalmente la tua fermata.
E non ti volti più indietro
perché non c’è più nulla da vedere
né un ricordo
né una lacrima
né un sorriso.
Più in là
oltre…
Oltre i monti
Oltre le nuvole
Oltre gli sguardi
Oltre i profumi
Oltre i colori
Oltre il mare…
Devi andare oltre
se vuoi camminare
se vuoi respirare.
Perché se non vai oltre
sei già arrivato
sei fermo ..paralizzato .
E nell’andare
pensi a quel sole dietro alle nuvole e oltre ai monti
a quegli sguardi ancora d’amore
a quella rosa
a quell’arcobaleno
a quell’approdo.
La mia tristezza non ha forma né colore.
La mia tristezza è lo specchio davanti a me.
Non ha lineamenti né immagini: è sfocata impalpabile sfuggente.
Eppure è lì, è sempre lì come un’amica che non ti lascia mai nemmeno quando tu non la vedi.
Però c’è, fedele silenziosa e ti sorregge,
ti prende la mano e ti accompagna
per quelle strade che non avresti mai imboccato senza di lei.