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Quando la poesia è un delicato prenderci per mano

Oggi, un testo di Paolo Polvani insieme alla lettura di Giulia Lumare.

Ancora Primavera… Ancora un delicato prendere per mano noi e la nuova stagione subentrata da poco.

Accompagna la lettura di questa poesia, lasciandoti avvolgere dalla voce di Giulia Lumare, al link:

https://podcasters.spotify.com/pod/show/lastanzadellevoci/episodes/I-peschi-fioriti-e2l9bld

La fioritura dei peschi è attesa in primavera. Accade però a volte che la stagione anticipi, e allora alla bellezza si aggiunge lo stupore. Capisco la cultura giapponese che fa della fioritura dei ciliegi una festa di popolo, con veri e sinceri pellegrinaggi, e mi stupisco che questo non accada da noi, e che la fioritura dei peschi non sia celebrata da una massa festante, allora la celebro io in una singola, piccola poesia. Lo stupore è spesso legato all’inaspettato, alla improvvisa rivelazione, così anche la poesia nasce all’improvviso.

I peschi fioriti di Paolo Polvani

I peschi fioriti a febbraio

D’improvviso il paesaggio si mette a parlare

la lingua dei peschi fioriti a febbraio:

vocali minime aggrappate agli scalini

dell’alba, cuccioli che tormentano le mammelle del sole.

La notte li prende in consegna il gelo, sollevano

i baveri. Ma ora fanno promesse, dicono

domani, dicono fecondo, fertile, dicono felice.

Parlano la lingua dei segreti e del buio,

le domeniche della luna e del vento,

i graffi della pioggia, gli uccelli radiosi.

È successo a una curva, all’improvviso

da un finestrino del pullman, come fosse

la prima volta dei peschi fioriti

in un febbraio di confine.  Tenerseli

stretti fino alla prossima fermata.

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