“La mia libertà vale di più” con Ponti di Parole
Testi di Miriam Volpato Sonnessa e Tiziana Altea
Raccontarsi, esprimere le proprie emozioni attraverso pensieri scritti in forma elaborata, o
in forma contratta, fa emergere il vissuto, il sognato, il meditato.
Leggiamo, allora, insieme, le proposte di oggi
È bello raccontarsi, viversi, tracciare la propria geografia dell’essere, dell’emozionarsi. Spesso si guarda a quello che non si riesce a realizzare e non ai passi che abbiamo fatto. Quante parole ci sovrastano quotidianamente a volte ci sentiamo compressi e repressi , quasi in un’apnea emozionale… cerchiamo di risalire la corrente martellati da voci e silenzi. Muri sovrastano il nostro via vai, mentre sfogliamo cartine di ricordi e viaggi della mente e del cuore. E poi, eccolo lì, il vissuto che ti porti dentro non può che riaffiorare e viverti addosso. Spazi angusti o infiniti, infinità di ipotesi e possibilità. E se fosse? E se non fosse? Aggrappati a vincoli mentali, mentre è l’imperfezione che ci rende liberi di camminare e tracciare il nostro cammino. Ognuno con il proprio ritmo, non con il rumore di sguardi ignoranti ma con la fragranza cucita di essere se stessi sempre e comunque. Riflessi di noi, riflessi nel fare di tutti i giorni.
Come un amaro
che è dolce
e il fuoco irradia
la gola,
danzano i denti.
Versane ancora un goccio,
per il mio grasso che esulta
per le vene e le arterie stese
come amache
nella brezza azzurra.
Come l’amore – che è amaro
ed è dolce –
ne verso ancora un goccio.
Di rosso gocciolo ancora,
goccia dopo goccia
-goccia nelle urla
nel mio pianto duro
nel danno del vivere –
e il verso che torna,
questa mia voce
che trema
che è bivio
e c’è ancora.