Carissime lettrici, carissimi lettori,
in questo primo venerdì di dicembre, inauguro una pagina che ha per tema il padre.
Incomincio con Donatella Mineo che ci tratteggia la figura di un uomo a tutto tondo, con la forza,la delicatezza, la misura proprio inseta in lei, artista sensibile e intelligente
Marina
Il padre di Donatella si chiamava Marco Mineo
“Tutto quello che leggerai, non è che l’ombra della persona meravigliosa che è stata mio padre” Queste le parole di Donatella
Lo scritto fa parte deitesti del corso di scrittura di Emma Fenu ed è apparso già nel “Il CIRCOLO DELLE ANIME POETICHE ED ARTISTICHE” di Sergio Scotti
Uno scritto che fa parte del corso di scrittura di Emma Fenu
Nella stanza del racconto – Dal cassetto dei ricordi
Il CIRCOLO DELLE ANIME POETICHE ED ARTISTICHE
Nella stanza del racconto – Dal cassetto dei ricordi
Un padre
Si chiamava Marco, era nato nel 1915 in un piccolo paese della Sicilia, terzogenito di 7 fratelli e
sorelle. Conclusi gli studi di Ragioneria, frequentò a Roma l’Accademia di Educazione Fisica.
Terminato questo ciclo, dopo aver frequentato ad Arezzo la Scuola per Ufficiali, fu assegnato a
Sassari col grado di Tenente di Fanteria. La sua caserma era al centro della città. Dall’altra parte
della piazza, davanti ad un portone, vide un giorno una ragazza bellissima, dai capelli biondi ed
ondulati, con un abito elegante, ma non appariscente…Marco decise subito che sarebbe stata la
madre dei suoi figli.
Riuscì, attraverso un commilitone che conosceva la famiglia di lei, a farsi invitare a casa loro per un caffè. Si innamorò subito anche dei suoi occhi verdi che da lontano non aveva notato e del suo
mostrarsi spigliata, ma non sfacciata e del suo nome, Lucrezia. Si fidanzarono e quattro anni dopo, il 21 ottobre 1942, si sposarono ed ebbero quattro figli: tre femmine e un maschio.
Fu un padre meraviglioso! Si occupò dei suoi figli con amore e dedizione, dalla nascita all’età
adulta, pur avendo poco tempo per farlo, per il suo lavoro di insegnante e di maestro di scherma.
Inoltre gli piaceva svolgere tutte le mansioni per l’andamento della vita familiare, compreso fare la spesa. Lucrezia era un’ottima padrona di casa, una madre attenta e presente, ma Marco era il perno intorno a cui girava tutta la vita familiare. I suoi figli non odiarono mai la storia e la geografia, perché, studiandole con lui, diventavano materie appassionanti.
Fra i loro ricordi d’infanzia, c’è quello di quando lui si alternava con Lucrezia nel raccontare fiabe: era un vero spasso, perché cambiava la voce secondo i personaggi e i figli si divertivano moltissimo. Ma la sua presenza rassicurante e piena d’amore, non venne mai meno anche quando i figli divennero adulti: andava sempre a prenderli alla stazione, quando tornavano da un viaggio, non per accompagnarli a casa con l’auto, dal momento che non aveva la patente, ma solo per il piacere di accoglierli al loro arrivo.
Fu speciale anche come nonno dell’unica nipote che conobbe: affettuosissimo, pieno di attenzioni, sempre sorridente!La sua morte a settantadue anni lasciò la famiglia come su una barca ingovernabile e alla deriva, senza più la speranza di poter approdare alla fine del viaggio in un porto sicuro ed accogliente.
Donatella Mineo