Martedì: una poesia, una riflessione
Tra poesia e riflessione
Introduzione di Marina Agostinacchio
Quando la vita ha parole di verità
Oggi una poesia e una riflessione attraverso la voce di Lucia Bassan e Rita Terenzi.
Il testo di Lucia ripercorre la linea di inquietudine che l’autrice avverte come filo conduttore della propria esistenza non facile dai tempi dell’infanzia, alla maturità. “Intanto mi sfuggiva il tempo fra i campi/arati di paura…”, scrive Lucia. “Guerra; pallottole; pianto; infelicità…” sono altre parole, dal segno negativo, scelte dall’autrice per rendere viva ai noi lettori lo stato d’animo di una donna che sa portare sulla pagina il passato con grazia e verità.
Rita Terenzi, in una sua riflessione profonda di vita, ci invita ad avere uno sguardo di bellezza e di dolcezza su tutto quanto attraversiamo nel nostro cammino, ci parla di una raggiunta serenità, sentita nell’incontro con le persone che manifestano la virtù, come lei la chiama,della dolcezza. Rita sembra avere, almeno all’interno della scrittura, fatto i conti con l’umano, sapendo cogliere nell’esperienza della relazione il frutto buono.
Leggiamo, quindi, i testi
Lucia Bassan: dono di infelicità…
Dov’è quella bambina che non ho potuto essere ?
Ero partecipe di una guerra
dove i soldati non avevano divisa
né fucili carichi di pallottole…
Ma ero in guerra e non ne capivo il perché
Intanto mi sfuggiva il tempo fra i campi
arati di paura
Fuggivo con i miei sogni in compagnia del mio pianto
che mi accarezzava il viso e mi vestiva di parole con ricamate carezze
Esperienza di famiglia che mi colpì nel profondo;
non servi’ a nulla il mio -Inveire-
al loro dono di infelicità…
Rita Terenzi:L’età della dolcezza
Audio-voce al link:https://anchor.fm/lastanzadellevoci/episodes/Rita-TerenziLet-della-dolcezza-e1p3b6a
E arrivi all’età in cui tutto è chiaro.
In cui sai dare un nome a quello che hai sempre amato in alcune persone.
Arrivi all’età in cui capisci che quello che ti ha sempre affascinato è l’eleganza profusa dalla loro dolcezza,
la saggia, pacata arrendevolezza della dolcezza,
quanta grazia in questa virtù,
quanta calma, quanto pudore,
quanta inarrivabile, impalpabile
eterea fascinazione.
Così lontana dal ghigno infastidito
della spavalda, indispettita arroganza
di chi non molla mai la presa .