Poesia di Maria Grazia Calandrone
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Io mi fido di te
quando l’alba era un coro levato da una terra radiosa
quando eri iniziale e dal tuo labbro
gocciava l’amnio
del troppo amore non sarà troppo? tutto questo amore
fra le tue braccia ricominciava il grido delle rondini in aprile e l’odore di muschio e di rosa canina
della
casa sulla pietra viva,
l’impeto
della pietra e il rumore del ferro delle biciclette tra le piante di fico ad altezza umana
a volte avevi sapore di sale come il deserto, a volte
la logica della merce abbandonata in un porto
tra i fischi delle navi e dei cormorani
allora ripassavo con lo sguardo
il bassorilievo delle tue belle vene, il delta che affiorava sulla tua fronte quando sotto la volta
dell’intelletto strisciava il branco silenzioso e illogico del desiderio, allora un’iridescenza di
mante
si levava dal fondo sabbioso del tuo essere e immaginavo
gli affluenti perduti nell’opacità del corpo
come ombre idroelettriche
qualunque raggio, qualunque bene
e male tu incarnassi, riconoscevo il suono delle tue scarpe azzurre
la gioia dura del fiore
nel giallo
del chiostro
poi la nebbia depone il suo silenzio sul lavoro invisibile della crescita
e dei transiti umani
poi, avviene sul mare:
la tua figura si ammorbidisce sotto il mio sguardo
cobalto
profondo
in silenzio
mi dici
rimani
perché non ho finito di fiorire.
Maria Grazia Calandrone (Milano, 1964, vive a Roma): poetessa, drammaturga, performer, organizzatrice culturale, autrice e conduttrice di programmi culturali per Radio 3, critica letteraria per il quotidiano “il manifesto”, cura la rubrica di inediti “Cantiere Poesia” per il mensile internazionale “Poesia”, collabora con il quadrimestrale di cinema “Rifrazioni” e con la rivista di arte e psicoanalisi “Il corpo” e codirige la collana di poesia “i domani” per Aragno Editore. Tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri. Pubblica poesia dal 1998.
Scrive testi teatrali per Sonia Bergamasco e ha scritto frammenti poematici intorno alla Guerra Civile Spagnola per la compagnia internazionale “Théatre en vol”; sue sillogi compaiono in antologie e riviste di numerosi Paesi Europei e delle due Americhe. Dal 2009 porta in scena in Italia e in Europa il videoconcerto Senza bagaglio (finalista “RomaEuropa webfactory” 2009), realizzato con Stefano Savi Scarponi.
Collabora con Rai Letteratura ed è vincitrice del Premio Haiku dell’Istituto Giapponese di Cultura; comincia nel 2013 una collaborazione con Cult Book (Rai 3).La sua poesia è tradotta in: arabo, ceco, francese, giapponese, greco, inglese, iraniano, olandese, portoghese, romeno, russo, serbo, spagnolo (Spagna, Argentina, Cile, Ecuador, Messico, Venezuela), svedese, tedesco e turco.