IL PICCOLO PRINCIPE: LIBRO PER BAMBINI O PER ADULTI?
Di A.R.
Tutti conosciamo questa bella storia: l’incontro tra un pilota e un bambino biondo in un deserto. I due iniziano a parlare in maniera apparentemente semplice, ma la loro conversazione in realtà è ricca di tematiche profonde tali da poter trarre diversi spunti di riflessione.
Potrebbe essere definita una “ favola” che fin dall’epoca più antica ( pensiamo ad Esopo o Fedro) nascondeva velatamente dietro ai più svariati personaggi, per lo più animali, i vizi e le virtù dell’uomo, mettendolo così sotto una lente d’ingrandimento e sottoponendolo , in qualche modo, ad un giudizio morale.
Già nella presentazione di Antonio Faeti si percepisce un’ evidente polemica nei confronti dei “grandi” con i quali “non si può parlare di cose importanti, ma solamente di giochi, di politica e di cravatte.” Da questo momento in poi l’Adulto ci appare superficiale, materialista, insensibile e anche un po’ sciocco perché “gli adulti non capiscono e bisogna spiegare loro le cose molte volte!”.
Le cose serie sono i serpenti boa, le foreste primitive e le stelle e persino la Politica, che da scienza nobile quale l’aveva elevata N. Machiavelli, rientra nella categoria delle cose futili.
L’autore sembra, fin dall’inizio, aver chiaro i suoi princìpi , quelli che contano, quelli veri, quelli che solo i bambini riescono a cogliere col cuore e non con gli occhi. Capacità questa che manca completamente agli adulti.
Non a caso Antoine de Saint-Exupéry dedica il suo libro, quasi scusandosi, a Leone Werth “QUANDO ERA BAMBINO” e cioè ad una persona grande che ricorda di essere stato un bambino.
Nella carrellata dei personaggi in cui si imbatte il piccolo principe nei vari pianeti e nell’incontro stesso con il pilota i richiami agli adulti sono numerosi.
Si assiste, pertanto, ad una sorta di capovolgimento dei valori e dei ruoli e l’immagine dell’Adulto ne esce stravolta ( in senso negativo, ovviamente). Non è più la guida, l’educatore, il punto di riferimento dei bambini, ma diventa spesso la causa della loro infelicità, della sfiducia e della scarsa autostima, influenzando e alimentando talvolta disturbi della crescita senza nemmeno accorgersene.
Una conferma di ciò si intravede quando il pilota- bambino mostra il suo disegno, un boa, agli adulti. Bene! In questo punto si avverte palesemente la delusione del piccolo perché nessuno riusciva a vedere ciò che rappresentava e tutti lo scambiavano per un cappello… Questo episodio apparentemente insignificante, ha segnato per sempre il pilota, scoraggiando le sue ambizioni di pittore e avviandolo inevitabilmente ad un’altra carriera, quella del pilota.
Questo “ vedere” dei bambini richiama alla mia mente “la teoria del fanciullino” di G. Pascoli, secondo la quale solo un bambino con la sua innocenza può intuire il mistero della vita nelle cose semplici e cogliere le analogie tra gli oggetti. Vedere quello che i grandi non percepiscono è un privilegio dei piccoli che sanno andare oltre le apparenze e leggere col cuore e non con gli occhi.
E qui si inserisce la poetica storia di Amicizia tra la volpe e il piccolo principe: la volpe vuole essere a tutti i costi “addomesticata” da lui per creare quel legame indissolubile tra chi riesce a comprendere l’essenziale solo attraverso un animo sensibile.
Saranno proprio le immagini dei campi di grano che richiamano i capelli del piccolo principe a rendere felice la volpe nell’attesa che lui ritorni come sarà il tempo speso da lui ad annaffiare la ”sua rosa” a farla diventare diversa dalle altre.
Sta tutto qui il segreto , la differenza che distingue un amico, un amore, una passione : la pazienza e il tempo che dedichiamo loro.
Gli adulti troppo presi dalla vita frenetica, dai numeri, dalle cifre, dalla produttività, dal guadagno non hanno il tempo per fermarsi a pensare, ad osservare, ad “addomesticare”…
Eppure il piccolo principe si aggira instancabilmente alla ricerca degli uomini, uomini che, come dice il controllore nel XXII cap. , non sanno cosa cercare a differenza dei bambini.
La conclusione ci lascia un po’ così…quasi sospesi nell’immaginare il ritorno del bambino biondo sul suo pianeta a curare la sua rosa e la tristezza del pilota che, pur salvo, ripensa all’ometto che ha incontrato e al mistero delle stelle somiglianti nella notte a dei sonagli che lo fanno sentire vicino a lui.
E solo così ritorna ad essere felice!