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IL PADRE PER LEI Racconto

Racconto di Stefania Aurigemma

Le aveva dato un padre. Ma non era un padre adatto a lei.
Fu evidente da subito che sarebbe stata una creatura particolarmente sensibili e con bisogni importanti a cui quel padre, nonostante tutti gli sforzi, non sarebbe riuscito a far fronte. Con l’andar del tempo era diventato uomo indurito dai sacrifici e con una radicata solitudine interiore. Incapace di offrire gentilezza, cura e quelle tenere attenzioni di cui una figlia non sa di avere bisogno ma che una volta divenuta donna emergono in tutta la loro reale evidenza. Un ricordo che lei conservava come una piccola, grande, ferita era legato alle festività natalizie e pasquali ma in particolare alla festa del papà. Come era tradizione si preparava a scuola, con grande impegno, il biglietto di auguri per poi nasconderlo a pranzo sotto al piatto o al tovagliolo del padre. Terminata la lettura del biglietto, non riceveva un cenno di gratitudine, di gioia, di ritrovata unione, bensì sterili e sciocche battute quasi a rimandare ad una volgare richiesta di tipo economico veicolata da tali tenere parole d’augurio. Apparenti banalità e goffaggini di un uomo incapace di esprimere i propri sentimenti ma che risuonavano come pietre nel cuore di lei. Lui, a sua volta, era cresciuto con i nonni materni perché la famiglia doveva dedicarsi agli altri figli, come si usava nelle famiglie numerose a quel tempo. A dodici anni fu costretto, suo malgrado, a lasciare la casa in cui era cresciuto con amorevoli cure e come un estraneo, entrò nella casa paterna senza mai sentire i genitori come tali e come propri i fratelli. Abbandonò molto presto gli studi per aiutare il padre nel lavoro e questo evento segnò il suo duro carattere come una ferita mai sanata. Gli studi interrotti furono il nodo di maggior sofferenza a cui la figlia cercò di supplire con un susseguirsi di successi accademici inanellati l’uno dopo l’altro a cui il padre non diede, apparentemente mai grande importanza. Il loro rapporto fu segnato da un susseguirsi di mancati incontri di sensibilità a cui lei, ormai adulta, tentò, inconsciamente di supplire, privilegiando accanto a sé, figure maschili autorevoli, di elevata e solida cultura a cui affidava se stessa ed il proprio riscatto. Anche quando la sua matura sensibilità le mostrava con evidenza la chiave di comprensione delle scelte affettive che compiva, non riusciva a non orientare il suo tenero cuore nella direzione dettata dal bisogno di supplire a quel vuoto.

(da MICRO E MACRO, Antologia di racconti di Autori vari- L’inedito editore)

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