La rubrica del martedì è sempre ricca di contributi. Oggi Clelia Moscariello, letta magistralmente da Patrizia Anconetani, in un testo forte, ricco di sfumature, di sentimenti ambivalenti.
Leggiamo questa composizione anche facendoci trasportare emotivamente dalla lettura al link:
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“Ancora veleno”
Di Clelia Moscariello
Ancora Veleno
Piango lacrime di veleno,
mentre tu mi distruggi senza veleno,
tra il miele delle mie api mi distendo in questo bosco
e prendo il sole filtrato da rami falsi quanto te,
mi addormenterò pensando ancora a te.
Intravedo la Luce ma la rinnego ancora,
nessun dolore,
nessuna reminiscenza,
solo tanta sete,
sete di te ancora
veleno!
Vorrei augurarti tutta la fortuna del mondo
se solo fossi capace di distinguerla nella nebbia,
e di regalarti un desiderio,
quell’anemone che hai fatto spazzare via con tanta leggerezza.
Vorrei fare di te un eroe
ma sei già un dio anche se non lo sai
e se non ti importa di saperlo,
perché un dio non può saperlo.
Il cielo piangerà ancora probabilmente
e tu vedrai solo quello
senza scorgere la luce del sole
che ammiccante ti chiama,
ma tanto non te ne accorgerai
e in questo consiste l’inutilità degli dèi.