L’angolo del libro.
Carissimi, oggi vi presento il romanzo di una valente scrittrice. Si tratta di Silvia Cossu, nata a Roma nel 1969.
Ha scritto per Marsilio i romanzi La vergogna e L’abbraccio, e per la collana “Strade-Blu” di Mondadori un memoir usando uno pseudonimo, tradotto in Germania. Due suoi racconti sono presenti nelle antologie I racconti delle fate sapienti (Frassinelli), e Pensiero Madre (Neo Edizioni). Per il cinema ha sceneggiato cinque film (Bluff, L’ospite, Fino a farti male, Crushed Lives – Il sesso dopo i figli, Io lo so chi siete) selezionati nei più importanti festival internazionali, tra cui Berlino, Venezia, Montreal, Cinequest, Houston e Taormina. Il confine è il suo quarto romanzo.
Ascolta una pagina del libro letta da Silvia al link: https://anchor.fm/lastanzadellevoci/episodes/Il-confine-di-Silvia-Cossu-e1ohttc
“Silvia Cossu punta in alto, con i tempi e i modi di un racconto che, come un piccolo giallo dell’anima, con grande sapienza costruttiva, avvicina ad una più profonda domanda di senso. Quasi un viaggio iniziatico”
(Renato Minore)
“Con una scrittura sofisticata e introspettiva, l’autrice trasporta il lettore in una dimensione ovattata, sospesa tra sogno e realtà e racconta una storia ambivalente su un lavoro biografico scivoloso e un committente ambiguo.”
IL CONFINE di Silvia Cossu sul blog de La Lettrice Assorta.
Un romanzo psicologico, profondo e onirico, IL CONFINE racconta in prima persona la storia di una donna che negli anni si è specializzata nello scrivere della vita di chi la incarica, rielaborandola e restituendone dignità e significato secondo i desideri del committente.
“Non è necessario essere sinceri, raccontare la verità, attenersi alla sequenza cronologica. Ci sono episodi che possono essere taciuti, circostanze modificate o del tutto rielaborate. Non sono un giudice.”
La scrittrice protagonista di questo libro, ha intervistato uno psichiatra di grande successo conosciuto tramite Franca, un’amica in comune. Si sono incontrati quasi tutti i giorni nel suo studio e in quelle occasioni ha avuto modo di registrare ore di materiale lungo le quali il professionista, descrive la sua vita e le vicende che lo hanno condotto a concentrarsi e praticare le terapie brevi. La condizione richiesta è quella di perseguire la verità come unico fine…
Con una scrittura sofisticata e introspettiva, Silvia Cossu trasporta il lettore in una dimensione ovattata, sospesa tra sogno e realtà e racconta una storia ambivalente su un lavoro biografico scivoloso e un committente ambiguo. La protagonista prova ammirazione e sottile diffidenza nei confronti dell’altro personaggio principale Mosco, lo psichiatra, eccessivo in tutto, dal lusso furiosamente ostentato, alla sua teatralità. La voce narrante trasmette inquietudine e carica l’atmosfera del libro di un senso di sospensione. I personaggi appaiono sfuggenti: le rispettive identità e le intenzioni, vengono messe costantemente in dubbio; ci si chiede: sono impostori? La risposta è una soltanto e arriva fulminante alla fine del romanzo.