Frammenti
Frammenti
Ho voluto raccogliere brevi testi della scorsa primavera e riproporli alle nostre lettrici e ai lettori.
Rileggere “suona” ancora nuovo, rimbalza tra le pareti del pensiero e delle emozioni. La parola diviene ancora prospettiva di miglioramento.
Marina
Non c’è giorno che non veda, dinanzi ai miei occhi, l’immagine di quella Grande Onda di Hokusai.Ecco, io mi sento emotivamente in quei flutti,in quei gorghi, in quei moti liquidi che non governo.La parte razionale e logica di me mi impone di continuare a portare avanti in un modo assolutamente diverso e scevro da consistenti motivazioni, la mia professione e, comunque, la mia vita di donna sola.
Maria Paola
Inspira, nella sonorità di un silenzio doloroso. Espira, nella sospensione verticale di un’attesa. Respira, nella luminosità di una speranza sopita.
Di questi tempi che primavera avanza inesorabile.
E io di un respiro sottile , per non turbare chi non sa ancora.
Patrizia M.
Non sono le mascherine di carnevale quelle che vediamo così spesso ma hanno lo stesso significato, nascondere il volto. Ma queste sono migliori, lasciamo fuori gli occhi la parte migliore dei nostri volti. Adesso li osservo di più: occhi che ridono, preoccupati, pensierosi….. è proprio vero …lo specchio delle nostre anime e dei nostri cuori……. E quando toglieremo queste mascherine finalmente il primo sguardo andrà sempre e subito agli occhi.
Stella A.
Tra le varie letture di giornali in questo periodo,mi ha molto colpito un pensiero, una vera e propria dedica a qualcuno che,come noi,sta attraversando questo tempo come se non fosse il nostro. L’ho fatto mio e voglio condividerlo con te che mi leggi. “A chi è solo,a chi è spaventato,a chi non ha balconi ma solo finestre,a chi è recluso con qualcuno che non ama,a chi non ha progetti”
Elena
Stamane allo specchio ho scorto una nuova piccola ruga tra i sopraccigli, parallela all’altra che solca l’incavo tra gli occhi da sempre, a memoria mia. È il segno dei pensieri di giorni stranianti in cui la mente fluttua cercando un senso ad una realtà troppo distopica da afferrare.
Patrizia
Restare a casa.
Ok. Mi sta bene.
Stacco dalle vecchie abitudini per crearne di nuove, con l’intento di non farle a loro volta invecchiare.
Movimento continuo. Ricerca continua del nuovo.
È questo che rende tanto difficile trovare radici?
Le mie?
Laura
Amo leggere tanto e a volte esagero.Ho scritto da ragazza e da malata . Scrivere richiede attenzione per chi ti leggerà e questo mi fa paura. Vorrei dire alle donne che siamo e saremo sempre le più forti, poiché sottomesse da secoli, siamo riuscite a sopportare la forza fisica predominante degli uomini. Sì credo che stia tutta lì la nostra difficoltà a farci sentire. Un pugno di un uomo può uccidere.. difficilmente quello di una donna. Detto questo siamo noi che ci ammaliamo meno di questo mostro che ha invaso il mondo. Vi voglio bene
Stefania
Quando vedo il meglio, il bene non mi basta più. Quanto è meravigliosa e sempre nuova la vita, se si guarda sempre più in alto. Chi vuole progredire rimane giovane. La vita diventa una stupenda avventura anche quando si è in condizioni precarie.
Ivana
AI tempi di lui.. Del Covid… Tutto si riduce ad una misura, ad un metro da me, da te, da noi, da tutti… Tutto si riduce ma si allarga, perché questa nostra esperienza di restrizione ci fa andare oltre i confini imposti. E Allora tutto così ci avvicina il metro di distanza ci unisce da lontano, perché dentro le nostre case tutti siamo vicini, liberi di esserci attraverso un filo invisibile, dietro ad uno schermo o tra le righe… Il metro diventa un abbraccio una mano tesa che non ti tocca ma che ci fa sentire ancor più di prima che ci si poteva toccare. Forse non tutto è arrivato per farci male. Quel che oggi ci allontana un giorno ci farà riavvicinare in modo più giusto più saggio.
“Pensieri spettinati”
Sabrina Z.
Credo che la condizione esistenziale della solitudine possa essere superata attraverso l’utilizzo della tolleranza nei confronti dei punti critici delle persone che frequentiamo e/o consideriamo amiche.
Banale e facile? Non proprio ,altrimenti non si parlerebbe di solitudine!
La soluzione ,che risiede nel volersi bene,implica l’acquisizione di un atteggiamento volto a porre come requisito essenziale e inderogabile il rispetto della propria persone nonché della collettività in genere .
Gianna