“… Forse io una ‘bambina’ davvero non lo sono mai stata” di Clelia Moscariello
Protagonisti della nostra vita: “… Forse io una ‘bambina’ davvero non lo sono mai stata”
Di Clelia Moscariello
Leggiamo questo racconto autobiografico di Clelia Moscariello, la capacità di intuizione che l’ha guidata fin da piccola “nella lettura” degli adulti, di stare tra gli stessi adulti, ma col rimpianto di non vivere davvero la propria infanzia.
Mi sono spesso sentita diversa nella mia vita a cominciare da bambina.
Da piccola non amavo giocare con le bambole, ma mi piaceva disegnare con i miei pennarelli e le mie matite dedicando ritratti a tutti i parenti.
Ho iniziato a leggere e a scrivere all’età di 3 anni e allora mi sono fin da subito cimentata in ‘roba’ per adulti.
Con gli adulti in effetti mi trovavo molto meglio che con i miei coetanei, io i ‘grandi’ li capivo, interpretavo le loro frasi ma spesso ero capace di leggere anche i loro silenzi.
I coetanei mi annoiavano in realtà. Avevo fretta di crescere.
Se ci penso adesso, forse io una ‘bambina’ davvero non lo sono mai stata.
E tante volte poi da ragazza ho desiderato ardentemente tornare indietro e riprendermi quell’infanzia vissuta senza troppo entusiasmo ma ormai invece era troppo tardi.
Questo solo per dirvi che io ho sempre empatizzato più con la “gente diversa” che con quella che presumeva di essere “normale”, che mi è sempre sembrata molto saccente e arrogante in questo suo voler ribadire la sua “idoneità” in qualsivoglia ambito.
Con loro mi sono sempre sentita un po’ fuori posto oltre che fuori coro, sapete…
E ora a volte guardo con ironia, divertita e, allo stesso tempo, anche perplessa, chi si riempie la bocca di belle parole ad uso e consumo della retorica imperante che oggi vorrebbe che tutti noi si diventi “inclusivi” integrando i cosiddetti “diversi”.
Perché io invece credo che questo non accadrà mai.
La discriminazione, ragazzi, è sempre esistita e mi sa anche che esisterà sempre, è la natura umana, è la legge del branco a volerla, è l’uomo che si sente più forte in gruppo ad applicarla spesso inconsapevolmente.
E a volte per subirla, non è necessario possedere un cognome esotico o una pelle più abbronzata.
A volte l’attenzione degli altri si attira semplicemente perché si possiede un quoziente intellettivo leggermente superiore alla media e questo basta e avanza, credetemi, per sentirsi esclusi ancora oggigiorno.