di Marina Agostinacchio
Guarda, è solo un verso. Dura nell’aria
del solstizio. Il rondò di giugno ha in mano
il flebile lamento di colomba.
Inclina la nuca su altezze d’ossa:
l’omero a reggerne il peso finché…
la vita e l’ospite che insidia, unisoni
nel punto che rimette in moto il boom!
Un suono, ecco l’identità tra avversi
… mentre arranco tra l’immobile e l’altro.