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Due poesie per due poetesse: Stefania Aurigemma e Giuliana Caputo

Martedì di poesia
Breve introduzione di Marina Agostinacchio

Le proposte di scrittura di oggi si pongono su livelli di intenzione comunicativa diverse, tuttavia entrambe sono rivelatrici delle molteplici sfaccettature dell’animo umano.
Nel testo di Stefania Aurigemma si avverte la disponibilità naturale della scrittrice di aprirsi, quasi anche per un sentimento di sfida, alla comprensione senza pregiudizio dell’altro. Resta però nel testo l’interrogativo finale, posto come sospetto in nome del lettore, tanto che Aurigemma dirà a fine versi: “sarà per celia o sarà sincera?”

Diverso, come detto, lo scritto di Giuliana Caputo. Esso, quasi in climax interiore ascendente, prende avvio da una chiusura verso il mondo, “la solitudine che strugge”, si connota di ricordo che tocca istanti della vita plurimi. Quando sembra che tutto lasci smarriti e senza soluzione di miglioramento, ecco il presente apparire in tutto il suo inedito splendore: un sorriso, un incontro occasionale.

Chi non ringrazia mai mi insospettisce.

Credo celi timidezza
ma si sa, io sono un poco ingenua
alzo il tiro e penso possa rivelar superbia.

E allora sfido e concedo doni e doni
sapendo che non riceveranno ringraziamenti.

Un sospetto in menti acute
dovrebbe sorgere
sarà per celia o sarà sincera?

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Giuliana Caputo

Conosco bene
la solitudine che strugge.
È la tristezza
del primo giorno di scuola,
alle elementari,
quando manca la mamma.
È lui che bacia la tua amica,
nella piazza grande del Liceo.
È il buio dopo una giornata di sole
o alla fine di un amore.
Ma basta poco ad infrangerla.
Talvolta è un sorriso
o un incontro inatteso….

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