Martedì in poesia
Rita Bonetti e Anna Leone ci presentano due testi che ci parlano di addii.
” Si smorza il vociare del mondo nella sordità della morte” scrive Rita.
” Che non fosse dolore…
Ma silenzio che chiami a sé i nomi”
Questo è un verso di Anna.
Nelle due composizioni avvertiamo di essere sulla soglia di un distacco, fatto di bisbigli che si acquistano, e percepiamo un anelito a un ritorno
primordiale, un daccapo dove risiede il principio delle cose nominate.
Rita Bonetti
UN NOME SOLO
Quando tutto imbrunisce
sul limitare dell’ora
si smorza il vociare del mondo
nella sordità della morte
prima dell’abisso infinito
sale dal buio alle labbra
un nome solo
un’invocazione disperata
scavami un luogo
di tenerezza rosso vivo
portami ancora con te
come all’inizio del tempo
Anna Leone
ALLA FOCE
Vorrei cadere dall’alto dell’accento azzimo
di città logore
su una parola piana
di un viale al tramonto
Che non fosse dolore
l’inabissarsi del sole
nel mare di lontananze
Ma silenzio che chiami
a sé i nomi
Li deponga nel lento respiro
che prepara gli addii
per condurli
alla foce del primo pronunciamento
privi d’assedi e ruvidezze
che furono la mia ustione
la mia spoglia lacerazione.