Dolo, il borgo di oggi
Dolo: un borgo tra storia, leggenda e vita.
Il Borgo di Dolo, di Dolores Biasiolo
Il Borgo di Dolo è un borgo che mi è nel cuore e ci ho vissuto per molti anni, fin da piccola. Percorrendo le sue vie, si può notare ancora oggi nelle case, nei palazzi e ville, l’influenza veneziana, con radici da più di 1600 anni. Il campanile del duomo costruito di “scuola veneziana” con 240 gradini assomiglia molto a quello di San Marco. Si può salire, sin alla torre campanaria e ammirare la splendida vista della riviera del Brenta. C’è anche una leggenda dove si dice che dal 700 si aggiri il fantasma di una donna che guarda dall’alto del campanile per vedere la villa del suo innamorato. Il fiume percorribile con il battello ancora oggi il famoso Burchiello, che sin dai tempi lontani era usato per il trasporto della gente benestante veneziana e per il trasporto della posta, passa tra le chiuse costruite su progetto di Leonardo da Vinci e i vari ponti girevoli e si possono ammirare le meravigliose ville veneziane costruite allora per i soggiorni estivi. Si può ammirare, inoltre lo squero, luogo storico, dove si costruivano e si riparavano le barche. Ma lo scorcio a me più caro è il mulino costruito nella prima metà del 500 e immortalato in un quadro del Canaletto, dove nella facciata c’è l’immagine della Madonna, e dove ogni anno si tiene la processione. Narra la leggenda, che la Madonna ha dato la vista davanti al molino ad un cieco. Nel molino, venivano portati i carichi di grano dei veneziani e un’altra leggenda narra che una donna per sfamare la sua famiglia, raccoglieva i chicchi di grano sparsi sul pavimento mentre spazzava, ma un signorotto non voleva e cosi venne castigato a vita con una gobba. Questo scorcio bellissimo, dove si può sentire lo scroscio delle pale con il rumore dell’acqua, dà un senso di pace e serenità e mi ricorda il mio papà, che mi portava a comprare la farina da polenta e le “pannocchiette” viola per fare i popcorn. Ancora oggi, si può entrare ed ammirare il lato storico, dove ci sono attrezzi pale e macine con le cinghie e le ruote in legno, che mi ricordo facevano un forte rumore. Sedendosi al piccolo bar, si possono degustare piccoli assaggi e biscotti contenuti in vasi antichi e ammirare foto d’epoca e la scopa spezzata della donna della leggenda. Insomma un luogo che profuma di antico e di storia e ancora oggi di sogni . Inoltre sedendosi vicino al molino all’ombra dei salici si possono ammirare le oche ed i cigni che nuotano nel fiume. In inverno si può stare all’esterno con stufe e una bella coperta calda che ti avvolge in caldo abbraccio.
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