DEDICATO A MIO NONNO Esempio di coerenza e di coraggio
Di Anna Ricci
Abbiamo studiato sui banchi di scuola che la Storia è stata sempre scritta dai Grandi : re, imperatori, papi e dobbiamo risalire ad Alessandro Manzoni per assistere ad un capovolgimento di questo concetto. Egli introduce nel suo celeberrimo romanzo storico “ I Promessi sposi” l’intervento della Divina Provvidenza rivalutando quella folla di umili e oppressi che la storiografia fino ad allora aveva ignorato, ergendoli a protagonisti. Ecco quindi affiorare la sua cultura illuminista che si concretizza in un affresco oggettivo e realistico di un’epoca in cui inserire la storia di due popolani.
Il punto è proprio questo. Interessante è vedere come la Storia generale possa rispecchiarsi nella storia di semplici individui e come può avvenire esattamente il contrario.
Mi spiego meglio.
Un uomo di nome Dante nasce nel 1892 a Sipicciano ( piccolo paesino in provincia di Viterbo, al confine verso l’Umbria) da semplice famiglia in un casello del tratto Sipicciano- Viterbo nel quale il padre era capocantiere e, dopo aver conseguito la licenza tecnica, vince un concorso ed entra nelle Ferrovie.
Conosce Maria, una ragazza bella e semplice nativa di un paesino dell’Umbria dove lui e i suoi amici andavano a divertirsi ogni tanto la domenica e che lo seguirà con pazienza e amore nelle sue peripezie.
Arrivano gli anni della Grande Guerra e Dante è costretto ad andare al fronte a combattere.
Una volta tornato, si sposa ma, ahimè, i tempi bui non sono ancora finiti. Aleggia un altro pericolo: l’ombra della dittatura ovvero l’avvento del Fascismo.
La marcia su Roma, il re Vittorio Emanuele III che incurante delle richieste del ministro Facta di dichiarare lo stato d’assedio offre l’Italia a Mussolini su un piatto d’argento.
Da qui in poi i fatti sono ben noti: le elezioni del 1924 precedute da violenze e aggressioni, il delitto Matteotti e via via la costruzione dello stato fascista con le leggi fascistissime e tutto il resto.
La vita di Dante cambia improvvisamente.
Aveva partecipato agli ultimi scioperi e dopo essere stato licenziato dalle Ferrovie, scappa con la moglie in attesa del primo figlio per non essere raggiunto dagli squadristi in una terra considerata allora di confino, la Calabria.
Qui inizia l’odissea nel senso che intraprende svariati lavori tra i più umili per mantenere la famiglia che a breve sia allargherà con la nascita di altri due figli maschi.
Sono tempi difficili. Dapprima si mette d’accordo con un imprenditore romano e impianta uno stabilimento per imbottigliare l’acqua della Sila che veniva distribuita anche nelle farmacie per le sue proprietà benefiche. Nessuno sa guidare i mezzi e Dante, pur essendo socio, si rimbocca le maniche e si mette lui al volante.
Purtroppo gli affari non vanno bene, la società fallisce e Dante rimane senza lavoro.
Nemmeno questo lo indurrà ad iscriversi al PNF e preferisce guidare dapprima i camion che trasportavano la calce per un cementificio e dopo una parentesi, a seguito di una malattia della moglie che li costringe a tornare in Umbria, a guidare il cosiddetto “postale” che collegava i vari paesini della Calabria.
La sua storia continua come quella di molti altri, ma la storia dei singoli anonimi individui non è altro che il riscontro tangibile di ciò che accadde in quell’epoca.
C’era chi viveva sicuro con la tessera che consentiva ai padri di famiglia di sfamare la prole come lo stesso fratello di Dante che aveva raggiunto gli apici dirigenziali sempre nella Ferrovie e chi per una ferma convinzione delle proprie idee e per non assoggettarsi ai soprusi ha perso anche la vita.
Il coraggio non è di tutti e nemmeno la volontà di non piegarsi alla violenza e alla mancanza di libertà.
Questo è il messaggio e l’insegnamento di nonno Dante. Forse un’utopia oggi ?
Certo la storia dei piccoli e della gente normale è condizionata dagli eventi più grandi a cui noi assistiamo sempre più supinamente, ma lui ha saputo reagire e dimostrare forte personalità sottoponendo ai sacrifici la sua stessa famiglia.
Le idee e i principi avevano un valore. Erano la sua bandiera ed ecco che la storia nazionale si rispecchia nelle vicende del singolo, influenzando e modificando progetti, sogni, programmi.
E il moto circolare del gioco della vita ritorna al punto di partenza: dal particolare al generale e viceversa. Come i due sposi, Renzo e Lucia, finalmente riprendono in mano il loro destino tanto desiderato coronando il loro sogno come avviene nelle fiabe, così il nostro essere non può estraniarsi da ciò che ruota intorno a noi perché, nel bene o nel male, ne facciamo parte in maniera indissolubile. Sta a noi lasciarci trascinare dalla bufera degli eventi o metterci al timone della nostra esistenza con consapevolezza, diventandone artefici con la determinazione di veri uomini liberi.