Born To Be Online

Julie

Julie

Se solo potessi, piccola Julie, vorrei tornare indietro nel tempo. Un tempo nel quale la salvezza era ancora possibile, nel silenzio di una stanza di ospedale bianca e luminosa. Giorni in cui solo il rumore della macchina, che soffiava ossigeno nei tuoi polmoni divorati dal virus, cadenzava con ritmo sinistro la tua vita, appesa al filo sempre più sottile della speranza.

Voglio immaginarmi lì accanto a te, con la mia mano che tiene la tua, mentre ti parlo del futuro.

Sai Julie, quando tornerai a casa, appena sarà possibile, si farà una grandissima festa, piena di gente venuta da ogni dove; e appena sarà possibile tornerai ad uscire con gli amici, Julie, e con loro ballerai, canterai, riderai come prima, come se nulla fosse accaduto. Anche lui ti sta aspettando, sai? È sempre lì, chiuso nella sua camera: ascolta musica, chiatta con gli amici, segue le lezioni on-line con i professori e i suoi compagni, ma pensa sempre a te e vorrebbe abbracciarti ora… vorrai tornare subito  a scuola come mai prima d’ora, ne sono certa! Potrai anche riprendere la lettura di Murakami, che tanto ti appassiona e che hai dovuto sospendere così repentinamente. E poi, quando i negozi riapriranno, andrai ad acquistare un vestito nuovo per il compleanno della tua più cara amica, girerai la città alla ricerca del regalo più bello per lei… te lo ricordi vero Julie?… il compleanno…

Se solo potessi ancora parlarti, tenendo la tua mano fra le mie, ti direi tutto questo… e invece, ormai il tuo respiro si è spento, assieme alle luci della stanza e al rumore disumano della macchina che ti teneva in vita. Te ne sei andata a sedici anni.

Sola.

A noi che ancora ne siamo travolti, il compito di non rendere vano questo strazio.

Per non dimenticare te, Julie, e tutti coloro ai quali non è stato concesso di ” uscire vivi dalla tempesta”.

Ines Maria G.

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