Il silenzio
Il silenzio è una delle dimensioni a me più care. La mia anima vive bene in queste stanze tranquille di Hammershoj, ritrova se stessa, recupera i pensieri, vivifica i ricordi, alimenta i progetti. Non amo la folla! Nelle folla ci si sfiora, gli sguardi non si incontrano, le parole si perdono. Non ho bisogno di stordirmi! Voglio ascoltare e ascoltarmi, guardare e vedere perché il nostro essere ed il nostro mondo hanno bisogno di attenzione. C’è nei quadri di questo pittore danese, un’attenzione per l’essenziale che non consente distrazioni, una riservatezza che appare fedele custode della femminilità, di quell’essere donna con discrezione e con dolce mistero. I colori sono tenui, sfumati, ma al contempo di effetto ,proprio come accade ai sentimenti più nobili che fanno della discrezione i loro punto di forza, la loro efficacia duratura nel tempo. E il sorriso? Manca la gioia, potrebbe dire qualcuno. Che mondo è questo? A me non pare. Mai fermarsi alla prima impressione. Ognuno di noi può immaginare su quei volti nascosti un sorriso, una lacrima o una ruga dettata da crucci o da angosce! Questa è libertà interpretativa, questa è linfa vitale per l’immaginazione. Certo, la dimensione del silenzio non è auspicabile che domini la nostra vita, sarebbe terribile! Ma è giusto che essa abbia i propri luoghi, i propri momenti ristoratori e poi il silenzio non sempre è assenza di comunicazione! Talvolta è solo una variazione sul tema.
Hammershoi- Il pittore del silenzio.