La disobbedienza presenta aspetti molteplici.
Nel romanzo “Bianca vestita di nero”, l’autrice, editor e giornalista, Angela Caputo ci fa scoprire un campo di concentramento calabrese, il primo ad essere stato liberato in Italia; questo avveniva l’ 8 settembre del 1943. La narrazione di oggi, accennata nella rubrica settimanale del martedì, ci introduce in un’epoca storica che mai dovremmo dimenticare. In un contesto di odio e pregiudizi razziali, Bianca e Goran, protagonisti del romanzo di Angela Caputo, vivono una passione “controvento.” Un vero e proprio atto di disobbedienza!
Dalle parole dell’autrice:
“Bianca vestita di nero” è l’omaggio a milioni di deportati morti e sopravvissuti nei campi di concentramento. Esattamente ottant’anni fa, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre del 1943, avveniva la liberazione del primo campo della storia della Seconda Guerra mondiale: a Ferramonti di Tarsia in Calabria. Le testimonianze lo ricordano come luogo di salvezza. Questo romanzo però getta luci e ombre su Ferramonti, dando voce agli internati ma anche al popolo calabrese che ha svolto un’opera di volontariato nei riguardi dei prigionieri. All’interno di tale contesto nasce una storia d’amore proibita per l’epoca, quella tra Bianca, una giovane fascista appartenente alla Gioventù mussoliniana, e Goran, un medico tedesco ebreo internato a Ferramonti.”
Puoi ascoltare la voce di Angela che introduce e legge un frammento del suo romanzo al link: