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Venerdì: Viaggio nella vita

Il diritto alla maternità
Questo racconto autobiografico ci parla di una donna determinata, coraggiosa, desiderosa di maternità.
Spero in tante in tanti a leggerlo perché davvero merita

Lettera a mia figlia di Patrizia Gnarra

Cara Leonora,

vorrei trovare le parole più semplici ed alte per dirti quando e come balenò il primo pensiero di te.
E ricercando, più trovo queste, le amate parole, scandagliando nel profondo dei ricordi, più vorrei condividerne quel senso che mi riempie e tempra oggi quando mi confronto con le fatiche quotidiane.
Racconterò allora il viaggio che mi ha portato a te, perché questo viaggio sia testimonianza vera di una vita nella sua forma più inaspettata, stupefacente.
Quel lungo viaggio era iniziato anni fa inseguendo trattamenti medici di procreazione assistita. Nulla di più straziante per chi si affacciava a quell’impresa ad un’età limite ma con la determinazione di una giovane.
Nulla di strano era il mio desiderio naturale nel perseguire ciò: nel profondo ho sempre coltivato una forma di lieta incoscienza come predisposizione salutare alle cose.
Così incontrai nel mio cammino alcuni amici con cui condividere la stessa esperienza. Ma il caso ha voluto che li perdessi per strada ognuno comunque con il suo lascito di vita e valori. E dire che alla fine di questo dolore, di questo perdersi e sciogliersi nel mondo, avrei trovato la forma d’amore perfetta, quel legame tra i legami indissolubili.
Casuale o provvidenziale fu l’affidarsi ad una clinica prestigiosa di Oxford, consigliata da un amico del posto? Ma tant’è che senza il supporto medico e psicologico di questo team prodigioso non sarei potuta diventare la madre che ero sempre stata, sperimentando su altre vite.
E in tutto questo viaggiare tra l’Italia e il Regno Unito, in questo tempo di attese cadute e ritrovate, di visi accolti e persi, sei arrivata come scintilla ed eterna rimani, triplice dono di stagioni passate, presenti e future, dono coltivato e colto come la più tenace e tenue speranza.
A te dedico questi versi:

Dall’allattamento

“E non mi resi conto di essere nata
In quel crogiolo di momenti
Che una vita ebbi inventata
E nella calca pressione di istanti
Mi consacravo alla parola innata…”

A Leonora

Sinceramente tua madre

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