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Venerdì: la parola ai viaggiatori

Le ombre del viaggio:quello che portiamo dentro… quello che impariamo

Torre di Calahorra, Cordoba di Lilia Bolzonella

Un viaggio in Andalusia mi ha fatto conoscere la grande cultura che fiorì, per 3 secoli,e che dovrebbe farci riflettere proprio oggi che i popoli di diversa etnia e

religione creano conflitti terribili, ma a Cordoba…
A Cordoba ho visitato un’antica fortezza musulmana, la Torre di Calahorra, oggi “Museo Vivo de Al-Andalus”, per raggiungere la Torre si percorre un ponte romano dell’epoca di Augusto, sotto il quale scorre il Guadalquivir, tra canneti e sabbia, mi è sembrato un fiume africano in quell’atmosfera così sospesa nel tempo.
Entrare nel Museo è stato molto emozionante, utilizzando le audio-guide mi sono trovata nel periodo che và dal nono al tredicesimo secolo, ascoltando in sottofondo una musica araba.
Ho apprezzato la genialità degli artigiani che hanno tessuto tappeti favolosi,costruito strumenti musicali così diversi da quelli tradizionali, ceramiche finemente dipinte.
Ma ciò che mi ha maggiormente interessata è stato ascoltare dalla voce di tre filosofi (statue con abiti dell’epoca) che raccontano la cultura andalusa, durante il periodo d’oro del dominio arabo, all’epoca ( dal nono al tredicesimo secolo)convivevano molto bene i fedeli delle tre religioni monoteiste (musulmani, ebrei e cattolici), fu un’epoca di splendore culturale, scientifico e artistico…ed ecco che ho pensato a quanto più colti di noi erano quelle popolazioni. Perchè siamo così prevenuti verso chi non la pensa come noi?
Dovremmo imparare molto da chi ha saputo conciliare religioni e usanze diverse.

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