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L’apprendimento come competenza innata del bambino

di Sara Cappelletto
Educare allo stupore ed alla positività…
Quando si parla di apprendimento è probabile che, tra le prime persone influenti in tal contesto, ci giunga alla mente Maria Montessori. Educatrice, pedagogista, filosofa, neuropsichiatra infantile e scienziata, ma soprattutto donna rivoluzionaria. Ella infiammò il mondo delle scienze dell’educazione ideando un metodo educativo che è divenuto parte integrante del sistema pedagogico del XXI secolo.
Fu lei a rafforzare i concetti di libertà e di autonomia del bambino e, in questo, a sottolineare quanto il genitore, l’educatore, la persona che vive quel “to care” tanto importante, sia bene sia capace di rafforzare e sviluppare ciò che fin da subito c’è di POSITIVO nell’infante: i suoi talenti, i suoi punti di forza, i suoi interessi. Attenzione fondamentale quest’ultima, tanto nella vita quanto nell’apprendimento, per crescere emotivamente e psicologicamente equilibrati. E’ infatti NEL bambino che si genera l’apprendimento, in lui stesso che inizia e si svolge il processo di istruzione. Sarà l’ambiente esterno poi a favorire o meno tale movimento innato, diventando facilitatore (o meno) di qualcosa che è già in essere. Sarà l’adulto a permettergli “un’espansione libera e armoniosa, conforme alle leggi della vita” (M. Montessori) o, al contrario, ad indebolire autopercezioni importanti, come quelle di autostima ed autoconsapevolezza, fin dalla nascita.
Da un punto di vista meccanicistico, l’apprendimento del bambino è programmabile, è a tappe. Ma le teorie scientifiche dell’ultimo secolo, relative alla plasticità cerebrale (che dura tutta la vita), hanno comprovato l’importanza delle esperienze sensoriali e del legame tra apprendere, intellìgere e sentire. E’ conseguenza diretta allora il fatto che nei primi anni di sviluppo dei nostri bambini, è molto più importante puntare sull’interazione tra bambino e care giver che su una sovrastimolazione sensoriale; questo perché la sovraproduzione di connessioni sinaptiche in quegli anni è già sufficiente affinchè il cervello si sviluppi adeguatamente, affinchè il bambino IMPARI ciò che è necessario. Starà all’ambiente e all’adulto facilitare poi il POTENZIAMENTO di tutto ciò.
Risulta chiaro quindi che, come affermava Siegel, il processo incomincia da dentro ed evolve grazie al fare esperienza del mondo esterno e delle relazioni umane. Ed è in questo esperire che lo stupore prende spazio e tempo utili per l’evoluzione. Anche lo scrittore Chesterton parlava dello stupore come di un motore, non come conseguenza dello stimolo esterno: “Questo elementare senso di stupefazione non è una mera fantasia derivante dalle novelle delle fate; al contrario tutto lo spirito delle novelle delle fate deriva da esso”. Ed in questo parallelismo tra lo stupore e l’apprendimento, entrambi “da dentro”, si intuisce come il bambino sia naturalmente competente, capace, radicato, consapevole.
Come fare allora a nutrire questo naturale processo, senza forzarlo (con rischi importanti per l’apprendimento stesso)? Forse agevolando il bambino nell’indipendenza in primis, a quelle motivazioni intrinseche tanto utili nel corso di tutta la vita. Così da evitare, un domani, l’effetto “ho fatto questo per far felice te”, “studio solo perché me l’hai detto tu”; o anche quello stato di demotivazione adolescenziale che non è responsabilità semplicemente “degli ormoni” (come spesso siamo abituati a pensare), ma di una crescita accomodante e comoda, sostitutiva rispetto al bambino. Inoltre, osservando molto i nostri piccoli, incentivando il loro contatto con la natura e il loro prendersi cura di altre creature viventi (animali, piante…ma anche tutte le persone a loro vicine), non favoriremo solo la loro naturale empatia, ma anche la compassione, la cura, la sensibilità. Ed infine, incoraggiando il FARE ESPERIENZA.
Ecco allora che l’educazione alla positività diventa automaticamente uno strumento di facilitazione per l’apprendimento, sia per l’adulto che per il bambino, di quanto potente sia l’essere umano, nel suo amore per la libertà, nella sua centratura e presenza mentale, nel suo essere consapevole.

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