La partecipazione femminile nella Repubblica Romana: il ruolo di Margaret Fuller di ANNAMARIA LONGHIN
Diritti e società
Oggi un articolo davvero interesante sul ruolo importante svolto dalle donne di diversa estrazione sociale per la causa mazziniana
di ANNAMARIA LONGHIN
Nel celebrare la straordinaria esperienza della Repubblica Romana proclamata il 9 febbraio 1849 non si può non rammentare il ruolo importante giocato dalle donne che, pur nella diversissima estrazione sociale, non esitarono a spendersi per la causa mazziniana. Dopo l’entusiasmo vissuto con la nomina del Triumvirato Saffi-Armellini-Mazzini, in una Roma cinta d’assedio dall’esercito francese, esse divennero figure emblematiche di donne combattenti, infermiere, giornaliste. Tra le combattenti come non ricordare la celebre Anita Garibaldi al seguito del valoroso condottiero nizzardo o donne meno note come Colomba Antonietti che, accanto al marito, l’ufficiale Luigi Porzi, imbracciò il fucile sui bastioni del Gianicolo, così come Enrichetta Di Lorenzo, compagna del patriota Carlo Pisacane. Tra le infermiere, invece, spicca la nobildonna Cristina Trivulzio di Belgiojoso, ideatrice di un innovativo sistema di soccorso ai feriti articolato in una rete di ospedali e di postazioni di primo soccorso. A queste e ad altre si affianca la donna scrittrice e giornalista: l’americana Margaret Fuller che ebbe il merito di raccontare al mondo il barbaro bombardamento che i francesi fecero su Roma, sui suoi monumenti e sulla popolazione civile inerme. Donna dalle straordinarie capacità e sensibilità, ricordata a distanza di anni nelle pagine del giornale mazziniano La donna di Gualberta Beccari, Margaret Fuller attraversò l’Atlantico nell’agosto 1846 e da americana divenne europea e italiana. Sfumato il progetto iniziale, che l’avrebbe portata in Europa nel 1835, preservò quello spirito ottimistico infuso dal movimento trascendentalista americano che esortava alla fiducia in se stessi, nella volontà, nell’intuizione, che dava valore alla cultura del singolo e alle capacità degli esseri umani di cambiare il mondo con riforme sociali. Da insegnante e da donna si dedicò alla condizione degli umili e degli emarginati e, quando ebbe l’occasione di realizzare il tanto agognato viaggio in Europa, divenne per la New York Daily Tribune la prima donna americana corrispondente dall’estero e la prima donna corrispondente di guerra nel periodo della Repubblica Romana. A nulla servirono le parole dei tanti amici che la invitavano a rientrare negli Stati Uniti, dopo il lungo periodo di permanenza europeo; investita nel ruolo di giornalista, scrittrice, testimone di eventi così straordinari e rivoluzionari vissuti anche tra le corsie degli ospedali militari, Margaret intendeva contribuire alla causa di trasformazione politica e sociale che si stava attuando, portando sulla scena internazionale il problema italiano, il problema di una nazione che doveva nascere ‘dal popolo stesso’. I suoi scritti ebbero la capacità di inserirsi e di alimentare quel dibattito sulle forme di stato e di governo che si dispiegò nel corso dell’Ottocento. Anzi con Giuseppe Mazzini condivise l’idea di una repubblica democratica rappresentativa, in cui il popolo, senza distinzione di classe o di sesso, era depositario della missione di progresso. Un’idea che, se aveva avuto una battuta d’arresto con la tragica esperienza capitolina, era destinata a realizzarsi nello stato naturale delle cose.
Annamaria Longhin, docente di liceo, si è dedicata all’attività di ricerca in Storia del Risorgimento. Tra i suoi diversi studi si rammentano soprattutto quelli dedicati all’associazionismo operaio dall’Unità italiana all’Età giolittiana, al Partito d’Azione di Mazzini, all’enciclica Rerum Novarum, al federalismo neoguelfo, all’associazionismo femminile durante la Grande Guerra. Ha collaborato con l’Università di Saint-Etienne pubblicando Benoit Malon et l’Internationalisme italien, in Du Forez à la Revue socialiste. Benoit Malon (1841-1893). Réévaluations d’un itinéraire militant et d’une oeuvre fondatrice, Publications de l’Université de Saint-Etienne, 2000, pp. 197-217 e Benoit Malon e la Revue Socialiste in Italia/ Benoit Malon et la Revue Socialiste en Italie, in Benoit Malon et la Revue Socialiste. Une pensée en debat, Lyon, Jacques André éditeur, 2011, pp. 155-183. Fa parte del Direttivo dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Comitato di Padova.