I MIEI DIRITTI ESISTENZA E LEGITTIMAZIONE
IN ASSENZA DI LIBERTÀ.
In pieno lockdown, Laura Zamboni scrive questo testo rivolto al secolo passato: il Novecento.
La scrittrice pare reclamarne la riemersione per quelle caratteristiche più vere che le hanno permesso una crescita sociale e umana consapevole.
E come a volte accade, quando gli anni passano, gli occhi si volgono al tempo passato, quello in cui tutti ci sentivamo al sicuro, un tempo in cui Bene e Male si combattevano lealmente. Giovinezza, spensieratezza, esperienze forti, condivisione sono avvertite con nostalgia dalla nostra autrice
Ora tutto appare a Laura permeato da egocentrismo, da “Nulla esistenziale”, svuotato di quella antica “cifra di compassione” intima e relazionale.
Di Laura Zamboni
Novecento.
Ti affronterò in aula
come ho sempre fatto
Ogni anno da tanto,
Tanto
Tempo.
Il Male
È sempre stato la Tua cifra,
L’ umanità tutta è stata annullata
Per fare spazio all’ Io,
al bene del singolo, al suo misero
Orticello.
Ma… almeno con Te
Bene e Male
si distinguevano
In modo assai nitido
Ai più.
Ora?
Ora desidero prepotentemente
Tornare indietro, a Te.
Ad anni della mia giovinezza
Tra i più spensierati
Di sempre,
Ad esperienze forti
Di condivisione, collaborazione,
partecipazione.
Ora?
Ora il Nulla esistenziale travestito
Da Consumismo
È entrato senza bussare
Nelle nostre case, nelle nostre vite,
Nei nostri cuori
E
Ci sta rubando l’anima.
Racconterò a chi vorrà
Ascoltarmi
Che Ora, Oggi, questo nuovo
Secolo è il Medioevo
Dell’umanità.
Siamo numeri, solo numeri,
non abbiamo più la nostra
cifra di compassione.
Perduta…forse per sempre…
La Terra, la nostra meravigliosa
Casa, ce lo conferma
Minuto dopo minuto…