Ancora una volta l’interessantissimo mondo proposto da Suzana Zlatkovic
Il Rosa dell’Imprenditoria: Roberta Craezzo tra emozione e digitalizzazione
Aiutare le nuove imprenditrici a crescere attraverso strategie di comunicazione digitale
Il mondo dell’imprenditoria digitale: un luogo in cui le interazioni avvengono attraverso schermi e dispositivi, e dove le percezioni emotive spesso non riescono a essere stimolate appieno.
Per esplorare come si gestisce un’impresa quasi interamente digitale, senza estromettere l’emotività, ci siamo affidati a Roberta Craezzo che, attraverso la sua storia personale, ci condurrà nel mondo dell’imprenditoria femminile, un universo digitale dipinto di rosa, arricchito dalla sua esperienza e dal suo percorso unico.
Roberta Craezzo, Business e Communication Coach, inizia la sua carriera nel mondo digitale come Social Media Manager nel 2010. Dopo anni di lavoro dipendente, sceglie di reinventarsi e proporre la sua immagine di imprenditrice femminile. Lascia il “vecchio mondo” e abbraccia a piene mani la modernità e la sua massima espressione: il digitale. Inizialmente il suo lavoro era aiutare le nuove imprenditrici a crescere attraverso strategie di comunicazione digitale, per poi, nel 2021, creare Digital College, la scuola online per imprenditrici. Infine, nel 2024, ha avviato la community online “The Women Difference Maker”, che raccoglie imprenditrici e libere professioniste che vogliono supportarsi vicendevolmente nel loro percorso imprenditoriale.
Alla classica domanda della nostra intervista su come inizierebbe il suo racconto, Roberta risponde così:
“C’era una volta una donna di trent’anni che, all’improvviso, capì che ciò che aveva fatto fino a quel momento non era esattamente ciò che desiderava. O meglio, quello che aveva realizzato fino a quel punto rispondeva molto alle aspettative degli altri, ma non si conciliava del tutto con i suoi desideri e la sua essenza.
Da lì è iniziata tutta la mia storia,” riprende Roberta. “È stato proprio durante i miei trent’anni che ho cominciato a fare molti cambiamenti nella mia vita personale. Ho lasciato molte cose alle spalle e ho ricominciato da capo, anche se sono serviti un paio d’anni prima di avviare questa avventura imprenditoriale. La ricostruzione è iniziata pian piano, ma più andavo avanti, più trovavo le forze, insite nella mia attitudine, per creare qualcosa di nuovo e migliore. Ed è così che è iniziato questo viaggio: c’era una volta una trentenne che decide di stravolgere la sua vita.”
Il tuo viaggio, come lo hai definito, si sviluppa e si svolge in un (non)spazio, poiché tutti i corsi del Digital College sono completamente online. Questo mi fa pensare a un aspetto etereo del tuo lavoro. Come gestisci questa dimensione ‘evanescente’ della tua attività? E come si concilia con gli stati emotivi tuoi e di chi hai davanti?
“Sicuramente c’è un aspetto meno concreto nel lavoro digitale, dato che non ci si incontra fisicamente e non si condivide lo stesso spazio. Tuttavia, grazie alle tecnologie, ci si può comunque vedere anche se ci divide una grande distanza fisica. Lo schermo, inoltre, ti mette davanti agli occhi di chi hai di fronte, ascolti le loro storie e i loro percorsi, osservi le loro reazioni, e tutto questo ci permette di creare relazioni altrettanto autentiche e momenti di empatia.
L’incontro di persona, per me, è comunque importante, quando possibile. Mi è capitato spesso di incontrare dal vivo clienti o persone con cui ho lavorato online, magari perché ero di passaggio nella loro città o perché partecipavamo allo stesso evento. E quando questo accade, è come se ci conoscessimo già da sempre.
Il rapporto con il cliente si costruisce insieme, passo dopo passo. Si fanno scelte condivise, si lavora verso un obiettivo comune, e quando finalmente ci si incontra dal vivo, tutto si concretizza in un abbraccio e in un sorriso, rendendo l’esperienza ancora più bella. È interessante vedere come, in realtà, online e offline non siano poi così distanti come potrebbe sembrare.”
Ascoltando il racconto di Roberta, con la sua voce leggermente distorta da qualche imperfezione del collegamento, mi vengono in mente i suoni e le musiche elettroniche. Ma quando le chiedo di pensare a una colonna sonora che potrebbe accompagnare il suo racconto, lei risponde con fermezza:
“‘I Will Survive’ di Gloria Gaynor mi accompagna e rappresenta un po’ anche il mio percorso; è una sorta di manifesto personale e professionale. È un brano che parla dell’abilità di noi donne di sopravvivere a qualsiasi cosa e di portare avanti i nostri progetti, indipendentemente da tutto e da tutti. Il percorso imprenditoriale, infatti, è pieno di alti e bassi, ma sempre orientato alla resistenza e alla perseveranza.
Quando, invece, penso al lavoro che faccio con le persone, anche se siamo online, gli aggettivi che sento spesso sono: gentilezza, ascolto, empatia, e queste sono le caratteristiche in cui io mi rivedo molto. Quindi, immagino una melodia calma, una musica rilassante, simile a quella che si ascolta durante una sessione di yoga.
Il mio approccio, infatti, è molto gentile, mai forzato. Non mi piace far fare alle persone quello che non vogliono o non amano fare; piuttosto, cambio il mio modo di fare o di approcciarmi, così da farle sentire a loro agio. Tutto ciò mi riporta alla serenità e alla calma che mi accompagnano nella relazione con i clienti.”
Il collegamento è sempre abbastanza buono, ma ogni tanto ci trasforma in un’infinità di pixel. Poi, l’immagine si schiarisce ed è in quel momento che divento curiosa di comprendere i colori della sua impresa, che attraverso uno schermo appaiono un po’ cupi e spenti. Ma Roberta prontamente esclama:
“Le ninfee di Monet! Si lega bene alle melodie rilassanti che ho descritto nella risposta precedente, continua Roberta, Inizierei con colori delicati, come il rosa, che sento molto mio e che richiama anche il mondo femminile, per me molto importante. È un colore che comunica calma e accoglienza. Mi immagino una pittura che non ha linee nette, ma piuttosto impressioni, come se fosse tutto sospeso in una sorta di tranquillità.”
Abbiamo iniziato con ‘C’era una volta’. Ora ti chiedo di provare a immaginare come potrebbe essere il domani.”
“Questa è una domanda che mi pongo spesso, perché è importante rivedere e aggiornare costantemente ciò che si fa. Nella migliore delle ipotesi, mi immagino in futuro come un punto di riferimento per altre imprenditrici. Mi piacerebbe condividere la mia esperienza, iniziata da zero, poiché non ho avuto nessuno che mi spianasse la strada. Vorrei mettere a disposizione queste esperienze e conoscenze per aiutare altre donne che stanno iniziando ora, così da evitare che commettano gli stessi errori che ho fatto io all’inizio. Errori che magari mi hanno rallentato o fatto preoccupare.
Sono convinta che noi donne possiamo essere indipendenti nella nostra crescita professionale, ed è per questo che mi batto con fermezza per abbattere tutti gli stereotipi che ci riguardano. Per me, semplicemente, non hanno motivo di esistere. Credo profondamente che possiamo affermarci grazie ai nostri talenti e alle nostre capacità, e spero di poter fare la differenza per chi sta intraprendendo un percorso simile al mio.”
Se dovessi consegnare a qualcuno tutto quello che hai creato con tanta fatica, con quali raccomandazioni lo faresti?”
“Se dovessi consegnare tutto ciò che ho imparato, lo farei in un pacchetto con un bel fiocco rosa. Direi di maneggiarlo con cura, perché contiene vita ed esperienze, sia positive che negative. Dentro ci sono lezioni da imparare, ma anche tanto da celebrare.”
Cura dell’intervista Suzana Zlatkovic ll Rosa dell’Imprenditoria: Roberta Creazzo tra emozione e digitalizzazione – Anticorpi
Fonte: Sito Anticorpi-Percorsi d’Arte in Formazione, Progetto di ricerca: “L’arte dell’Impresa” ideato e curato da Suzana Zlatkovic L’Arte dell’Impresa – Anticorpi
Bio di Suzana Zlatkovic Suzana Zlatkovic – Anticorpi