Donna vita libertà – Silvia Bragonzi: “Una casa piena di armadi”
Donna vita libertà
Una donna d’altri tempi, una donna che si potrebbe incontrare anche oggi…forse, ascoltando il ritmo della vita, della natura, la nostra storia passata, intessuta di piccole storie, piccole o grandi esistenze femminili, capaci di esprimere la propria creatività anche nelle contingenze più difficili e di sapere volare “leggere” come farfalle.
Silvia Bragonzi: “Una casa piena di armadi”
Mia nonna decise di andare a vivere da sola a 75 anni, prima viveva con me. Mi lasciò in una casa piena di armadi, dove si erano ammassate cose inutili. Aveva il sorriso della libertà e sono certa nascondesse un fiore tra i seni. Vedova due volte vestiva da vecchia signora, ma sotto gli abiti indossava sottane di seta che acquistava a Riccione nei mesi estivi. A 6 anni era rimasta senza la madre, ma mai usò la grammatica freudiana per stabilire il suo stare nel mondo. C’era una vita e andava difesa con audacia e improvvisazione. A 23 anni rimase senza il primo marito. Si trovò ad affrontare la vita con due creature piccolissime, non perse tempo però a leggere il manuale del perfetto genitore, per poi trovarsi dentro una storia che ti ingoia. Sapeva che ogni figlio ha bisogno di molta protezione e molto spazio. Ma puoi permetterti anche idiozie, tipo vestire il figlio maschio di rosa perché il tuo desiderio era femmina. Quando nacqui io fece un voto: sarebbe spirata solo dopo avermi visto innamorata, ma non si può vivere in eterno, se ne andò poco prima dei 100 anni. Ora dentro la storia ci sono pure io, ci siamo tutti, tutti noi che siamo cresciuti in un periodo relativamente protetto, nessuna bomba direttamente sulla testa, nessuna fame nella nostra pancia, noi che ci siamo permessi il lusso di soffrire per gli atti mancati, per i piccoli abusi emotivi, per ciò che ci hanno fatto mamma e papà che sarebbero dovuti essere i super eroi della nostra storia e invece no, erano umani. Noi, che tutti rivolti all’interno delle nostre case abbiamo pensato che la salvezza derivasse solo dalle relazioni personali investendo gli altri e noi stessi di una missione impossibile: il fidanzato deve essere in grado di sconfiggere il drago, altrimenti che fidanzato è? Noi che non abbiamo creduto nella terra, negli alberi, nel mare, nei lupi, ora siamo chiamati ad allargare lo sguardo, a sentire la forza dei nostri avi, delle nostre ave, la forza delle battaglie che hanno saputo combattere, dei sogni che hanno saputo portare avanti nonostante tutto, delle preghiere che hanno sciorinato, delle vite che hanno difeso.
Mia nonna decise di andare a vivere da sola a 75 anni, prima viveva con me. Mi lasciò in una casa piena di armadi, dove si erano ammassate cose inutili. Aveva il sorriso della libertà e sono certa nascondesse un fiore tra i seni. Vedova due volte vestiva da vecchia signora, ma sotto gli abiti indossava sottane di seta che acquistava a Riccione nei mesi estivi. A 6 anni era rimasta senza la madre, ma mai usò la grammatica freudiana per stabilire il suo stare nel mondo. C’era una vita e andava difesa con audacia e improvvisazione. A 23 anni rimase senza il primo marito. Si trovò ad affrontare la vita con due creature piccolissime, non perse tempo però a leggere il manuale del perfetto genitore, per poi trovarsi dentro una storia che ti ingoia. Sapeva che ogni figlio ha bisogno di molta protezione e molto spazio. Ma puoi permetterti anche idiozie, tipo vestire il figlio maschio di rosa perché il tuo desiderio era femmina. Quando nacqui io fece un voto: sarebbe spirata solo dopo avermi visto innamorata, ma non si può vivere in eterno, se ne andò poco prima dei 100 anni. Ora dentro la storia ci sono pure io, ci siamo tutti, tutti noi che siamo cresciuti in un periodo relativamente protetto, nessuna bomba direttamente sulla testa, nessuna fame nella nostra pancia, noi che ci siamo permessi il lusso di soffrire per gli atti mancati, per i piccoli abusi emotivi, per ciò che ci hanno fatto mamma e papà che sarebbero dovuti essere i super eroi della nostra storia e invece no, erano umani. Noi, che tutti rivolti all’interno delle nostre case abbiamo pensato che la salvezza derivasse solo dalle relazioni personali investendo gli altri e noi stessi di una missione impossibile: il fidanzato deve essere in grado di sconfiggere il drago, altrimenti che fidanzato è? Noi che non abbiamo creduto nella terra, negli alberi, nel mare, nei lupi, ora siamo chiamati ad allargare lo sguardo, a sentire la forza dei nostri avi, delle nostre ave, la forza delle battaglie che hanno saputo combattere, dei sogni che hanno saputo portare avanti nonostante tutto, delle preghiere che hanno sciorinato, delle vite che hanno difeso.