A proposito di incontri sentimentali
di Marina Agostinacchio
Un tempo a scegliere il futuro dei figli erano i genitori. Pare avessero un intuito primordiale nell’individuare nel prescelto/a le caratteristiche necessarie a rendere solida la navigazione sentimentale, sociale, morale ed economica.
Pensiamo a come avvengono oggi gli incontri tra due persone che decideranno di legarsi in un cammino comune. Ebbene, non sconvolgiamoci troppo se spesso i nostri ragazzi trovano in siti specializzati il compagno o la compagna che si adatta maggiormente ai propri “desiderata”. Si entra nel sito, si compila una scheda che richiede i dati personali, l’ideale di persona che si vorrebbe conoscere; nei giovani a fare da navigatore subliminale è un senso di curiosità che poi deve trovare corrispondenza in chi riceve il messaggio, probabilmente elaborato da un algoritmo. La cosa interessante è che potremmo paragonare questa avventura solitaria a una lettera infilata in una bottiglia che viene lasciata andare per mare. Fiducia, speranza, senso di avventura parrebbero essere le componenti dello spirito che guida i nostri ragazzi nella ricerca dell’altro/a.
Tuttavia la ricerca online non esclude il rischio di cadere in trappole, in incontri sbagliati, in delusioni! Accade poi che una volta trovata la persona che si pensa perfettamente compatibile non si abbia il coraggio di un rapporto “vis-à-vis”.
L’insicurezza prolungata risiede in una spinta a celare la propria autenticità ragion per cui ci si camuffa nella falsità della maschera, quella del lato migliore, vero o falso che sia, di se stessi.
Le affinità si coltivano nella frequentazione; ma noi sappiamo come, a volte, chi pensa di realizzare le proprie segrete speranze sentimentali mantenga poi la linea del rapporto a distanza, complici la paura e la diffidenza che generano incapacità di relazione vera. Anche se esistono casi di successo in incontri del tipo presentato, delegare a un algoritmo o a persone occulte, che elaborano dati, una personale responsabilità di scelta, non è certo la via migliore per decidere della propria vita. Optare per uno anziché per un altro, decidere o “saggiare” le persone attraverso un sito potrebbe essere un atto dettato da un’’immagine “nobilitata” di sé, da un calcolo di vantaggi soppesati; tutto ciò, nella realtà fatta di concretezza, nei possibili modi degli individui, dell’essere nell’esserci, come direbbero i filosofi, potrebbe rivelarsi un vero fallimento.
Potremmo riflettere, inoltre, sul fatto di come l’amore abbia in sé una componente di irrazionalità,”si nutra di continue fluttuazioni emotive” e pertanto non possa essere affidato a un congegno di elaborazione di dati garanti della perfezione di un rapporto sentimentale.
Anche perché è “nella zona specifica, chiamata sistema limbico che avviene l’elaborazione delle emozioni, di cui fa parte il ricordo ricreato od immaginato degli input emotivi e cognitivi sintetizzati in proprie idee affettive,secondo criteri soggettivi, mai oggettivi per ovvia impossibilità d’essere”.
Cosa ci si aspetta da una relazione? Stabilità, sintonia, pianificazione non sempre coincidono con quanto la vita a due presenta giorno per giorno.
Cosa direste se ai tre sostantivi succitati sostituissimo le parole diversità, continua inversione di marcia personale, stupore, imprevisto, capacità di sorprendersi e sorprendere, volontà, pazienza, abnegazione?
Perché nella valutazione delle questioni di cuore non affidarsi allora a una sana vita di relazione che nasca frequentando gruppi di compagni, amici come avveniva in modo naturale non tanti decenni fa?