DIRITTI E SOCIETA’: ”Biblioteca della Natura”, ovvero, come superare il dolore
La forza dell’arte, della bellezza, della natura come attraversamento e superamento del dolore.
Di Marina Agostinacchio
“Credo nella trasformazione: anche un dolore infinito e indicibile può generare bellezza e cultura. E così donando un libro dimenticato si offre a quest’ultimo una nuova opportunità di vita”.
Queste le parole di Cristina Mostosi la cui sorella ventitreenne, Paola, vittima di femminicidio, fu assassinata nel 2002 e i suoi genitori morirono a poca distanza l’una dall’altro.
Durante la pandemia, Cristina pubblicava ogni giorno su facebook una foto delle sue iris. “Le mie iris parlavano per me”, dice Cristina in un’intervista.
Dalle Iris a un progetto artistico a tutto tondo in cui bellezza, arte, natura convivono quale testimonianza di vita che si oppone al dolore e alla morte.
Cristina, sempre in questa intervista, dirà “Io ho scelto di vivere”.
Non sparire nell’oblio, schiacciata dal dolore, prendere la distanza giusta dai problemi: questa la formula scelta da Cristina per riprendersi la vita in mano e sapere fare della sofferenza un fiore da donare al prossimo.
“Sono sempre stata appassionata di arte fin da ragazzina, grazie ai miei studi classici. Nella mia famiglia, inoltre, ho avuto diversi artisti: pittori e musicisti”; oltre a ciò, ho scoperto che il padre di Cristina era un botanico che ha saputo trasmettere alla figlia l’amore per la natura. Una sua amica, poi, le ha donato molti testi di arte floreale appartenuti alla sua mamma.
Cristina, prima che scoppiasse la pandemia, ebbe l’idea di un progetto che chiamò: ”Biblioteca della Natura”. Per realizzare questo progetto, ha cominciato a chiedere agli amici, ai parenti, ai colleghi e ai followers di cercare un libro “abbandonato, non più letto né consultato da tempo, che parlasse di fiori, animali, insetti, botanica, minerali, fossili, ma anche testi di fotografie naturalistiche o romanzi ambientati nella natura”, perché fossero donati alla Biblioteca della Natura che, in occasione del 25 novembre 2020, la Giornata internazionale per l’abolizione della violenza sulle donne, progetto che ha voluto dedicare alla sorella Paola.
Dopo il primo lockdown nacque l’iniziativa “L’Iris e l’arte”. Cristina chiese a diversi artisti e artigiani di realizzare una loro opera che traesse ispirazione da una foto delle sue iris. E in un tempo di coronavirus, in cui tutti noi ci siamo sentiti disorientati, questa iniziativa ha offerto una possibilità di arricchimento personale.
Il progetto ha avuto successo; parecchi libri arrivano dall’ Italia e dall’estero.
Lo spazio che accoglierà tutto il materiale raccolto, pensato da Cristina, non sarebbe solo stato adibito a biblioteca di consultazione. All’interno di esso, sarebbero stati organizzati laboratori, presentazioni di libri, letture di poesie, allestimento di mostre e … un pianoforte per ascoltare musica dal vivo.
Un luogo dove i fruitori avrebbero potuto esprimere le proprie abilità creative, immersi in madre natura.
Tra i vari laboratori, Cristina propone da diversi anni nel suo giardino de “Le Iris di Trebecco”, corsi come acquerello botanico, pittura botanica su stoffa e intreccio toscano.
In programmazione ci sono anche corsi di: fotografia naturalistica, ricamo botanico, tintura con piante tintoree, calligrafia e stampa xilografica. E poi ce ne saranno tanti altri ancora!
La cultura diviene veicolo di forza e bellezza, lotta contro ogni violenza, o atto di prepotenza e le iris di Cristina vogliono essere l’immagine di lotta, tenacia, eleganza.
Ho letto, a sottolineare quanto scritto, che il 5 marzo scorso, l’associazione culturale “Le iris di Trebecco, con il patrocinio del Comune di Pedrengo (Bergamo), ha indetto una serata di sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, nella sala polivalente “Vincenzo Signori” ; lì è stata inaugurata anche la mostra di arte contemporanea “Le iris e l’arte”.