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Covid19/2 – Il ritorno

Ottobre 2020

Ci risiamo.

Pensavamo di esserne fuori, invece siamo davanti ad un film già visto: “Covid19/2 – Il ritorno”. Mascherine sempre addosso, distanziamento, niente convivialità, chiusi cinema, teatri, palestre, scuole a singhiozzo, smart working…

Pensavamo di tornare alla vita di prima? Una pia illusione.

Questa pandemia non è che un campanello d’allarme, uno dei tanti che la Natura ci ha inviato, per lo più inascoltati. Stavolta il campanello è un po’ più una campana che rintocca ad ogni ora, ma ancora rimane inascoltata da chi ha le leve del comando, e non sta facendo nulla per affrontare i nodi che stanno venendo al pettine. Il coronavirus Covid19 sta agendo da anticorpo ad una proliferazione nociva per il pianeta: la proliferazione antropica impazzita, che persegue una insostenibile crescita illimitata e predatoria.

Le risorse mondiali annue terminano a metà anno (si chiama Earth Overshoot Day e quest’anno è caduto il 22 agosto, abbiamo guadagnato oltre tre settimane rispetto al 2019 proprio grazie al lockdown).

Ben 2.153 miliardari del mondo detengono il 60% della ricchezza globale, ovvero hanno più soldi di quanti ne possiedono tutti insieme 4, 6 miliardi di abitanti della Terra (dati della Ong Oxfam).

Quanto pensiamo di poter andare avanti con questa follia?

Purtroppo questo campanello d’allarme planetario capita in un momento storico in cui nella politica e nei grandi leader mondiali sembrano prevalere antagonismi, attriti, conflitti più o meno scoperti che non ci fanno ben sperare per quelle decisioni rapide e drastiche che sarebbero necessarie per invertire la tendenza, ad esempio, al surriscaldamento globale, uno dei più gravi effetti delle attività umane.

Decisioni rapide e drastiche che imporrebbero radicali cambiamenti nella vita dei più agiati (ad esempio noi, nella parte più ricca del mondo) e comunque darebbero risultati apprezzabili solo fra 30-40 anni.

Quindi dobbiamo rassegnarci?

No. Possiamo provare a creare un “vento di cambiamento” o almeno farne parte. Ci stanno provando i ragazzi di Friday for Future, una ventata di giovani e giovanissimi che in questi mesi ha già creato un movimento d’opinione. Partito da una singola persona, una ragazzina testarda: Greta Thunberg. In questi giorni è nelle sale persino un film su di lei: una sorta di consacrazione mediatica quindi!

Ma sono moltissimi i gesti quotidiani che possiamo fare tutti noi per ridurre l’impatto ambientale delle nostre scelte: evitare l’acquisto di prodotti in confezioni usa e getta, riciclare in modo corretto i rifiuti, scegliere prodotti che certifichino di provenire da una filiera etica, in cui il lavoro viene equamente retribuito…

In generale, davanti ad un acquisto dovremmo chiederci sempre: “mi serve davvero?”

Pensiamo ad uno smartphone di nuova generazione: chi potrebbe immaginare che occorrono 13.000 litri d’acqua e vengono prodotti 79 Kg di CO2 per realizzarlo?

Se proprio il nostro è da buttare, possiamo sostituirlo con un apparecchio rigenerato: ad esempio cercando su Trendevice o Swappie, o Refurbed.

Siamo nell’era digitale: approfittiamone! Esistono decine di App che consentono di adottare comportamenti più ecologici, più sostenibili, più salutari per noi e per il pianeta: ecco qualche esempio.

Oroeco da informazioni sull’impatto che ha una singola persona sui cambiamenti climatici e sul riscaldamento globale; AWorld fornisce strumenti per misurare e incentivare le persone a entrare in azione per la salvaguardia del pianeta; Waterprint misura l’impronta idrica individuale e spiega come risparmiare acqua; Greenchoice aiuta ad acquistare i prodotti alimentari che rispettano l’ambiente e la tua salute, permettendo di risparmiare tempo e denaro durante la spesa al supermercato; Bla Bla Car ci permette di viaggiare in auto in modalità carsharing; To Good To Go ci dice se nei negozi dei dintorni (che aderiscono) si trova del cibo buonissimo ma invenduto… e moltissime altre!

Il nostro Pianeta con questa pandemia ci sta “forzando” ad adottare nuove abitudini: durante il precedente lockdown si sono già visti gli effetti benefici sul clima e sui livelli di inquinamento crollati in Pianura Padana, con pesci e meduse che tornavano a guizzare nei canali di Venezia.

Dobbiamo cercare un nuovo equilibrio, dobbiamo pretendere che ci si metta sulla strada del cambiamento, a cominciare da noi.

La mia riflessione finale è proprio questa: facciamo che questi mesi futuri di restrizioni e difficoltà, anche pesanti, non siano inutili: ne usciremo, ma dobbiamo uscirne con una nuova consapevolezza: guai a tornare come se non fosse accaduto nulla, e il cambiamento parte da ciascuno di noi.

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