Come “Passeggeri notturni”… Sfogliare la vita con Ilaria
Voci che raccontano, voci che sussurrano, voci che fanno compagnia durante il giorno… e perché no, voci che ci accompagnano di notte.
L’incontro di Ilaria con l’arte di strada, un’esperienza con l’arte che fa BAM!
Vi racconto la mia esperienza di strada: quando l’arte fa BAM!
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in Padova, ho avuto la fortuna di trovare una mattina clemente con il caldo, si sentivano le cicale ed era splendido.
Ho attraversato a piedi la zona degli ospedali e lì devo dire nonostante qualche bellissimo murales le emozioni erano piuttosto contrastanti: per cui la bellezza del murales mi portava via per un attimo dal pensare a chi soffre poi però tornava, una strana empatia.
Ho fatto una passeggiata artistica casuale: mi sono imbattuta in murales, graffiti e street art.
Viene spontaneo prendere il cellulare e fotografare i murales, sono grandi, occupano intere pareti di edifici, ti danno l’impressione che per un attimo il grigio si fermi: c’erano dei ragazzi che fotogravano, non vi nego che io mentre camminavo me li mangiavo con gli occhi i disegni per sentire cosa mi trasmettevano. Il murales sembra urlare la sua presenza: “guardami!”
Sotto ai portici, su qualche muro vecchio o portone delle scritte fatte con la bomboletta spray: i graffiti!
Beh non così grandi, ma che “spruzzo di colore” sul mondo! Non toglieteli, ve lo chiedo io, da passante occasionale, ci stanno bene con la città, non ci sono parolacce, offese, questa è arte a spray, proprio uno spruzzo sul mondo, un farsi sentire in silenzio attraverso la bomboletta del colore.
Ci avrei io il coraggio di colorare un portone magari di notte? Non credo proprio.
Eppure ci vuole coraggio anche a fare le belle cose.
Se fosse quello di casa nostra tutti diremo “ma guarda questi che scellerati”.
Invece sono graffiti su vecchie case o portoni.
A scuola quest’anno abbiamo improntato con delle colleghe un mini progetto di realizzazione con cere e colori a olio di un murales da parte dei bambini della nostra scuola.
Strepitosa riuscita! Il risultato finale è stato interessante. Una parete di segni ovali, concentrici, solo linee…
Cosa abbiamo fatto noi colleghe impegnate nel progetto?
Ci siamo fotografate davanti al prodotto finale: sì, non eravamo noi le artiste ma la soddisfazione l’abbiamo fermata con una foto, un po’ come i turisti e il viandante cittadino fa con il cellulare sotto al murales di città.
Perché? Perché lo chiedo a voi?
Secondo voi perché è così bello fermarsi davanti ad un murales e bloccare quell’istante?
Perché ti viene spontaneo prendere il cellulare e fare clic?
Lo fanno tutti?
No, non è vero. Lo fanno in molti, non tutti.
Ma perché?
Perché l’arte di strada ti prende la mano, ti prende il cuore, ti ferma a pensare un minuto, trenta secondi ma ti ferma a guardare e se anche ci passi veloce davanti perché hai un appuntamento importante, il murales ti segue per un po’ di metri, ce l’hai acconto, dietro, davanti, finché BAM ci sbatti contro. Il murales nella sua grandezza è come la coscienza e l’incoscienza assieme!
BAM!!!! Questo è l’effetto che fa l’arte di strada. Colpisce!!!
E noi ci facciamo colpire.
Passeggio lasciandomi dietro il murales ma mi volto una due tre volte a guardare le espressioni dei volti delle persone che forse lo vedono tutti i giorni e non ci fanno più caso, camminano veloci, entrano al lavoro o hanno quell’appuntamento, ma dite allora che quel murales non fa più BAM?
Lo fa, lo fa ancora in modo silenzioso, lui c’è e ti guarda, potente, irriverente, allegro o meno, ma ti guarda, ti accompagna e ti fa battere dentro il cuore.
Oggi non ho voglia di pensare a quello che vuoi urlare ok caro amico murales, eppure tu fai BAM.
Rompi il mio silenzio, blocchi i miei pensieri e ho voglia di tuffarmi dentro alle scatole del colore, di essere ogni goccia di sudore dello street arter, di essere i suoi occhi alla fine che lo guardano, di essere la paura quando sale sull’ultimo piolo della scala per disegnare.
Voglio essere ogni sua emozione e poi esplodere nel pennello o nella bomboletta.
Voglio essere il gas della bomboletta, la goccia che cade per terra, che sta lì e poi viene cancellata.
Alla fine quello che io vorrei: un’emozione che fa BAM dentro di me, e voi la vorreste un’emozione così?
Io credo che le città e le periferie abbiano bisogno di BAM!
Non devono essere dimenticate certe vie, certe aree, certi quartieri hanno bisogno di emozioni, di emozionare chi ci vive e chi le attraversa.
Camminare soltanto è una cosa, ma camminare sapendo che lì qualcuno ha lasciato il suo segno e che Tu devi sentire quel segno, beh io lo trovo “forte”. Se lo senti ti sei perso per un attimo dei tuoi pensieri vigliacchi che non sono tutti buoni e a volte sono rudi con la tua anima.
L’arte è come una medicina che ti fa bene, fa bene a tutti dai piccoli ai grandi.
Io ho voglia ancora di camminare in città e di farmi fare BAM, venite anche voi?