I Racconti di Marcella
Introduzione di Marina Agostinacchio
Il racconto di oggi pone al centro della narrazione soprattutto la tematica del rapporto madre figlia e ci presenta donne di diversa generazione legate da solida alleanza a cui si oppone il “corimbo”, l’ultimo nato.
Di Marcella Fazzi Psicologa- Psicoterapeuta
Marcella Fazzi, con sapiente capacità di scrittura, sa tessere ancora una volta la trama solida di una realtà così fortemente presente nelle nostre vite di donna.
Fiamma sapeva che se avesse preso il largo la sua vita sarebbe cambiata. Programmava da tempo
quello che nella sua testa chiamava Viaggio, ma lo sapeva benissimo che non si trattava affatto di
un viaggio. Sarebbe stato un trasferimento, una fuga, un andar via per sempre.
Da quando aveva compiuto 18 anni il suo pensiero era quello: andarsene da quell’isola che la
faceva sentire troppo stretta, da quelle madri (sua madre, le nonne e la zia materna), che la
asfissiavano con il loro controllo melenso e feroce; uscire una volta per tutte dalla casa di suo
padre, geloso, possessivo e violento. Lui voleva un maschio, lo sapevano tutti, non faceva che
ripeterlo. Nessuno si sarebbe stupito se un giorno si fosse presentato con una ragazzina incinta e
avesse preteso di rendere quella casa un harem, circondato da donne pronte a soddisfare ogni suo
desiderio, a sfornargli tanti maschietti vigorosi! Con quella mentalità da uomo arabo rendeva le
donne della casa sue proprietà. Fiamma lo vedeva bene che sua madre, le nonne e la zia non
erano altro che “concubine”, pronte a rendersi un morbido tappeto ai piedi di suo padre, pronte a
soddisfare ogni suo piacere. Che posto avesse il sesso il quella dinamica, lei non lo sapeva e non è
escluso che volesse allontanarsi da lì prima di scoprirlo.
Aveva cerchiato sul calendario della cucina la data dell’8 dicembre. Quel giorno sarebbe partita per
il viaggio che avrebbe cambiato la sua vita. Le donne sarebbero state indaffarate in cucina per il
pranzo della festa dell’Immacolata Concezione, in poche ore avrebbero messo sulla tavola
pietanze per un esercito e il padre, un uomo senza Dio, come lo chiamava sua madre, sarebbe
stato alla messa alla Chiesa Madre alle 11, puntuale. Contraddizioni familiari.
Fiamma era pronta. Aveva alimentato ogni giorno la fiammella interna dell’ira per anni per sentirsi
forte, per resistere agli infiniti tentativi di spegnerla di sua madre. L’aveva nutrita con quel cibo
buono che ogni giorno imbandiva la loro tavola, che stava lì al posto di un abbraccio o di un
sorriso. L’aveva attizzata con i “non sta bene che”, che con dolcezza iniettava in lei una pedagogia
castrante. Aveva buttato benzina sul fuoco con i “la mia femminuccia farà un bel matrimonio”, che
usciva dalla bocca del padre ogni volta che avevano ospiti e beveva un po’ troppo.
8 dicembre 2018
Cara mamma,
sono pronta. Vado via. Abbi cura di te e non cercarmi. Lascia stare “Chi l’ha visto”, l’associazione
Penelope e altre cose di questo genere. Vado via da sola, per mia volontà. Nessuno mi ha obbligata,
ricattata, rapita, violentata o plagiata; esclusi voi, naturalmente. L’avete fatto con amore… quello che
voi credete amore.
Ho preso il traghetto delle 11.20, intanto che papà era a messa a tessere le sue relazioni importanti e tu
cucinavi. Forse ti sei accorta che ti ho baciata e salutata mentre giravi il sugo. Ti ho detto “Mamma,
vado”, e tu mi hai risposto: “Levati che ti sporchi!”. Mamma, noi siamo già sporche, imbrattate da
tutto quel detersivo che butti ovunque, da tutto il tuo pulito che non toglie l’unto che ci appiccica l’uno
all’altro.
Mamma, io vado, te lo ripeto nel caso tu non lo avessi sentito. Vado a cercare una strada diversa da
quella di questo paese. Vado a cercare un luogo in cui nelle strade possa sfilare un corteo; un posto diverso
da questo paese che autorizza solo la processione per le feste dedicate alla Vergine. Vado a trovare
carburante per la mia vita. Mi hai chiamato Fiamma. Voglio essere un fuoco e ardere, ma il destino che
tu e le nonne ricamate per me da quando sono nata su teli di lino di altissima qualità, racconta un’altra
storia. Non voglio essere un’ancella, la custode del fuoco votivo del tempio di un maschio come mio padre.
Non voglio un uomo prima di aver avuto un’amica.
Ciao mamma, ti voglio bene.
Fiamma
2 Comments
Racconti di marcella
Bellissimo, mi ha fatto venire in mente i miei pensieri la rabbia e la rivolta che covava dentro di me da quando avevo 5 anni e decisi che a 21 ,alla maggior età sarei scappata di casa… così feci il 2 giugno del 68 festeggiai la festa della liberazione invece che quella della repubblica. Una libertà pagata a caro prezzo un prezzo cidi alto che ancora adesso lo sto pagando, e adesso che sono diversamente giovane a volte mi chiedo se ne è valsa veramente la pena. Ma,sicuramente non posso più rinunciare alla libertà, costi quello che costi.
Racconti di marcella
Bellissimo, mi ha fatto venire in mente i miei pensieri la rabbia e la rivolta che covava dentro di me da quando avevo 5 anni e decisi che a 21 ,alla maggior età sarei scappata di casa… così feci il 2 giugno del 68 festeggiai la festa della liberazione invece che quella della repubblica. Una libertà pagata a caro prezzo un prezzo cosi alto che ancora adesso lo sto pagando, e adesso che sono diversamente giovane a volte mi chiedo se ne è valsa veramente la pena. Ma,sicuramente non posso più rinunciare alla libertà, costi quello che costi.