Nell’ approssimarsi del 25 Novembre
Recentemente sono stata a Firenze ed ho osservato attentamente le sculture della loggia dei Lanzi, in particolare il Perseo con la testa di Medusa di Cellini. A scuola ci hanno insegnato che Medusa era un mostro con serpenti per capelli e che aveva il potere di pietrificare con lo sguardo; per quanto mi ricordi , nessun/a insegnante ha mai posto l’attenzione sullo stupro di Medusa , avvenuto nel tempio di Atena , da parte di Poseidone , dio del mare . La dea si vendicò sulla fanciulla trasformandola in mostro . Quindi non soltanto Medusa fu violentata , ma addirittura punita dalla dea ( la solita solidarietà femminile … ! )
Tipico ribaltamento di colpe ( victim blaming o colpevolizzazione della vittima ) perpetuato nella contemporaneità !!! Indossare un vestito troppo provocante , uscire di sera , accettare un invito … sono tutt’oggi motivi per colpevolizzare le donne e assolvere il macho , che invece non può resistere all’istinto sessuale predatorio …! Sempre nella loggia dei Lanzi ci sono le sculture del Giambologna e di Pio Fedi , rispettivamente il ratto delle Sabine e il ratto di Polissena . Non voglio mettere in discussione l’importanza artistica di questi capolavori, ma è’necessario avere consapevolezza di quanto la cultura patriarcale della esaltazione della forza e della violenza abbia influito nei secoli sul modo di concepire la sessualità. Esistono altri episodi analoghi della mitologia greco-romana : Giove , seduttore con inganno sotto forma di pioggia dorata , giacque con Danae , madre di Perseo / così come in altri episodi sotto forma di toro o aquila , o cigno . Ed ancora :Antiope sedotta da Zeus sotto forma di satiro per una colpa non sua fu punita da Dioniso, che la fece impazzire . Elettra , violentata da Zeus , fu punita da Atena ( ancora !!! ) . Persefone rapita da Ade , dio degli inferi , Cassandra stuprata da Aiace , la vestale Rea Silva ingravidata da Marte ….La sessualità negli dei olimpici riproduce una cultura patriarcale di potere sul genere femminile . Mentre nel Paleolitico e neolitico troviamo tracce di un archetipo “femminino“, una Grande Madre creatrice , simbolo della terra , della fertilità della donna e dei campi e del ciclo delle stagioni, tra il 3500 e il 2500 prevale una cultura basata sulla guerra , sulla caccia e su un’economia predatoria . La grande Dea viene soppiantata da un dio maschile , ma alcune sue caratteristiche sono ereditate da Artemide , Demetra , Cybele … Lo Zeus greco simboleggia la fertilità , che avviene però con la forza e con l’inganno . Si accoppierà costantemente con dee, ninfe e mortali , pur essendo unito in matrimonio con la sorella Era ( la romana Giunone ) , protettrice del parto ,della natura ,degli animali e di molte piante . Con l’istituzione del matrimonio e della proprietà privata l’uomo acquisto’ maggiore importanza nella famiglia rispetto alla donna , rafforzata da una discendenza e dal diritto ereditario in linea maschile . Questo , in estrema sintesi , il percorso storico socioeconomico che ad oggi e’ quasi sconosciuto . Nei libri di scuola la preistoria inizia con una rappresentazione della famiglia già di stampo patriarcale , mentre esiste ed e’ archeologicamente provata ( oh ! Santa Marija Gimbutas!! ) l’esistenza di un’età tra il 30.000 e il 10.000 a.c in cui l’eredità si tramandava di madre in figlia , potendo essere certi solo della maternità . Solo in seguito il matriarcato fu progressivamente sostituito dal patriarcato . Le Amazzoni ,le Furie , Le Baccanti , Medea e la stessa Medusa , descritte nelle loro accezioni negative , sono figure in cui resistono tracce di questo passato millenario . Non avrei mai pensato che una innocente gita a Firenze potesse scatenare in me questo ardore nella riscoperta della storia , della mitologia e della tragedia . D’altronde , non sono minori le tragedie che continuano a verificarsi anche oggi : stupri , violenze , soprusi . Quindi e’ bene riappropriarci delle radici per poter continuare più salde e consapevoli il percorso verso una società più degna e civile . Utopia ? Spes contra spem .
Nadia C.